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Cosenza, donna incinta uccisa: il marito ha confessato

romina iannicelli

Giovanni Di Cicco ha ammesso di aver ucciso la compagna Romina Iannicelli. Si indaga sul movente.

Giovanni Di Cicco ha confessato l’omicidio della moglie Romina Iannicelli, 44enne incinta trovata cadavere nella sua casa di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza. Non è chiaro però il movente che abbia spinto a compiere l’efferato omicidio. Stando a quanto riferito dal procuratore Eugenio Facciolla, Di Cicco “l’avrebbe prima picchiata, poi colpita con un bastone, e avrebbe tentato di soffocarla, forse con un cavo del telefono”. Sin dalle prime ore dopo il delitto, i sospetti si erano concentrati sull’uomo il quale è crollato al termine di un lungo interrogatorio. Il marito, oltre ad aver confessato l’omicidio avrebbe riferito di essere stato sotto l’effetto di droghe mentre compiva l’omicidio. Romina era la sorella di Giuseppe Iannicelli, 52enne ucciso a sua volta a colpi di arma da fuoco nel 2014. Insieme a lui morirono il nipotino di tre anni e la compagna marocchina.

Trovata morta dai vicini

A dare l’allarme per quanto accaduto sono stati i vicini di casa. Questi ultimi avevano un appuntamento con la donna e si sono insospettiti nel non vederla arrivare. Hanno provato a chiamarla al telefono, ma lei non ha risposto e così si sono recati nel suo appartamento. L’abitazione era completamente a soqquadro e il corpo senza vita di Romina era riverso sul pavimento. Nonostante la chiamata ai soccorsi, per lei non c’era già più nulla da fare. La donna avrebbe infatti riportato un trauma cranico e numerose ferite alla testa. I tentativi di avvertire il marito si sono rivelati inutili in quanto Di Cicco si era reso irreperibile. Stando ai primi rilievi, pare che la donna fosse incinta di due mesi.

Si indaga sul movente

Ciò che non è chiaro agli inquirenti è il motivo che abbia spinto Giovanni Di Cicco ad accanirsi sulla moglie fino ad ucciderla. Il procuratore Facciolla avrebbe già escluso ogni legame con la criminalità organizzata, nonostante la vittima avesse un precedente per droga e, pare, anche una parentela ingombrante da questo punto di vista. Al momento però non c’è nulla di certo, ma solo ipotesi.