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Cassino, bimbo ucciso dalla madre: "Aveva interrotto un rapporto"

Bimbo ucciso dalla madre

La madre e il padre di Gabriel si sono appartati in auto in cerca di intimità ma sono stati interrotti dal pianto del figlio.

Nuovi dettagli emergono dalle indagini relative alla morte di Gabriel, il bimbo di 2 anni strangolato dalla madre a Cassino, in provincia di Frosinone. Donatella Di Bona ha confessato e Nicola Feroleto, il padre del piccolo, si trova in carcere per concorso in omicidio. Proprio dalle parole della madre durante uno degli interrogatori sarebbe emerso il reale movente di un delitto tanto efferato, riporta Tgcom24. L’ipotesi degli inquirenti è che Di Bona e Feroleto abbiano ucciso il figlio perché il suo pianto avrebbe impedito loro di consumare un rapporto.

“Il bambino piangeva”

La madre del piccolo Gabriel ha ammesso di aver incontrato l’ex compagno il giorno della morte del bimbo. “Ci siamo visti, ma il pomeriggio non abbiamo fatto nulla perché il bambino piangeva, piangeva. Lui gli ha dato due schiaffi“, ha dichiarato davanti alle forze dell’ordine. I due si sarebbero appartati in auto nella campagna che circonda Piedimonte San Germano, alla ricerca di intimità per consumare un rapporto. Insieme a loro c’era anche il figlio, che non smetteva di piangere. Proprio il suo pianto avrebbe infastidito la coppia al punto che il padre lo ha colpito al volto, ha riferito il gip Salvatore Scalera, citato da Repubblica. Secondo il gip, la coppia manteneva una relazione clandestina nonostante Nicola avesse un’altra compagna.

La confessione della madre

Dopo gli schiaffi, lo strangolamento. “Nicola non interveniva” e sussurrava “vi levo dal mondo”, ha dichiarato la madre di Gabriel agli inquirenti. “Un po’ guardava e poi si girava. Prima guardava in aria, poi verso la macchina, poi di lato. Lui non ha fatto nulla, perché non gliene importa. Il bambino è stato ucciso da me. Lui non gli avrebbe messo una mano addosso per non essere incolpato”.