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La protesta dei rider contro i vip: "Ecco chi non dà mai la mancia"

La protesta dei rider

Nella blacklist dei fattorini compaiono anche diversi nomi noti del mondo dello spettacolo. Ma alcuni di loro hanno già preso le distanze.

“Buon 25 aprile e buona Festa della Liberazione a tutt*. Se l’informazione è potere, noi rider liberiamo i dati”. Inizia così il lungo post pubblicato sulla pagina Facebook Deliverance Milano con cui il collettivo dei fattorini che consegnano il cibo a domicilio ha dato inizio a una protesta contro tutti i personaggi famosi (e ricchi) accusati di avere il “braccino corto” nonostante le proprie notevoli disponibilità economiche. “Questa è la nostra blacklist, un elenco di tutte le star e i vip che regolarmente ordinano con le app e non lasciano la mancia a nessun fattorino, nemmeno in caso di pioggia. In questa lista compaiono attori, presentatori, cantanti, calciatori, sportivi, musicisti, rapper, influencer”.

La blacklist dei rider

“Questo elenco verrà aggiornato in tempo reale e reso pubblico ogni qualvolta lo riterremo necessario. Invitiamo tutti i nostri colleghi a mandarci altre segnalazioni”, si legge nel post, ripreso da Il Messaggero. Ciò che segue è un lungo elenco in cui compaiono numerosi vip e personaggi del mondo dello spettacolo (la responsabilità dell’elenco dei nomi è di Deliverance Milano ndr). “Inutile dire che questi personaggi famosi vivono in quartieri residenziali extralusso o nel centro delle città”, continuano i rider. “È significativo riscontrare come sia più facile ricevere la mancia se si consegna in zone popolari o in quartieri periferici, piuttosto che in distretti o in civici fighetti e più pettinati“.

“Sappiamo tutto di voi”

Ma la protesta dei rider contiene anche una riflessione sul valore della privacy: “Ricordatevi sempre una cosa, clienti. Entriamo nelle vostre case, vi portiamo il cibo e qualsiasi altra cosa vogliate, praticamente a tutte le ore del giorno, siamo in strada sotto la pioggia battente o sotto il sole cocente, senza assicurazione. Sappiamo tutto di voi. Sappiamo cosa mangiate, dove abitate che abitudini avete. E come lo sappiamo noi, lo sanno anche le aziende del delivery. Queste piattaforme come sfruttano noi lavoratori senza farsi alcuno scrupolo, sfruttano anche voi, speculando e vendendo i vostri dati. Questo è il lato oscuro della gigeconomy: si produce valore in tutti i modi possibili, dal servizio di vendita del prodotto al trasporto a domicilio delle merci, fino alla mappatura dei dati, alla loro analisi e alla loro compravendita.

La domanda è: che cos’è la privacy nel 2019? Per noi è nuovo welfare indotto dal denaro raccolto dalla monetizzazione dei nostri dati e la redistribuzione di tale ricchezza. È trasparenza dei conti nelle aziende dell’economia digitale. È il diritto all’oblio e l’accesso libero alla tecnologia. Non possiamo più prescindere dall’avere diritti sindacali, reddito incondizionato, salario minimo e una previdenza sociale adeguata. Se vogliamo vivere il nostro futuro occorre anche un upgrade nei diritti“.

“Conosciamo i vostri punti deboli”

Il post termina con un appello alle piattaforme digitali del delivery food: “Se non volete parlare con noi, confrontarvi con le nostre rappresentanze autonome e i gruppi organizzati che sono in stato di agitazione sindacale permanente, questo è il futuro che vi aspetta: noi produciamo i dati, noi conosciamo i vostri punti deboli e non esiteremo a usarli contro di voi. Pretendiamo che le nostre mance non vengano tassate, ad oggi viene trattenuta l’Iva quando il pagamento avviene (come la maggior parte delle volte) per mezzo del supporto di intermediazione digitale, quando dichiarate il contrario.

E qualora fossimo costretti dal servizio aziendale a ricevere parte dei pagamenti in contante, come a Glovo, pretendiamo un’indennità di cassa, perché già mentre siamo in consegna capita che veniamo aggrediti perché la gente cerca di derubarci o ci fregano le bici fuori dai palazzi e dai ristoranti, manca solo di venir rapinati e di rimetterci i soldi di tasca nostra! Vi avevamo avvisati. Don’t fuck with riders“.

La smentita di alcuni vip

Nelle ore successive alcuni dei personaggi indicati nel post di Deliverance Milano hanno preso le distanze da quanto affermato con brevi video postati su Instagram nei quali sottolineano di dare la mancia regolarmente e sottolineano l’infondatezza del messaggio diffuso.