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Turismo sessuale, italiani al primo posto: oltre 80mila, anche donne

Turismo sessuale, gli italiani

Tra le mete preferite, Thailandia, Brasile e l'Europa dell'Est. Cresce la presenza di donne e preoccupa l'utilizzo del dark web.

È un triste primato quello che l’Italia detiene nelle classifiche mondiali del turismo sessuale. A dirlo, riporta Centro Pagina, sono le stime della onlus Ecpat, Ending Child Sexual Exploitation, dall’esperienza pluridecennale. Sono oltre 80mila gli italiani che ogni anno viaggiano alla ricerca del piacere, spesso andando anche a caccia di minori. La Thailandia rimane la meta più ambita, ma in testa alla classifica compaiono anche Brasile, Kenya, Moldavia e altri Paesi dell’Europa orientale.

Il mondo del turismo sessuale

Il turista sessuale medio è di età compresa tra i 20 e i 45 anni, spesso con un buon titolo di studio e la tendenza ad essere attratto dai rapporti con minori. Tra le loro braccia finiscono sia maschi che femmine, adolescenti ma anche bambini. Si tratta di un vero e proprio “business che questi Paesi esteri, poveri e privi di cultura sfruttano avendo capito che si tratta di soldi facili e veloci“, spiega Yasmin Abo Loha, segretario generale di Ecpat Italia. “Un po’ come accade anche qui in Italia, anche se in maniera un po’ diversa, dove c’è chi per aiutare il nucleo familiare si prostituisce in casa”.

Intorno al fenomeno del turismo sessuale è nato un vero e proprio giro di affari, con l’obiettivo di rendere l’esperienza il più semplice e piacevole possibile per il viaggiatore. Siti e blog come Gnoccatravels permettono di condividere opinioni e recensioni su prostitute, centri massaggi e strip club. In occasione dei mondiali di calcio 2014 in Brasile molte donne del posto si sono messe alla ricerca di insegnanti di lingua italiana e inglese, al fine di accogliere al meglio i turisti e accrescere la propria clientela. Ai viaggiatori del sesso vengono inoltre distribuiti dei veri e propri cataloghi di ragazzini e ragazzine, spesso forniti dagli stessi tassisti che li accompagnano dall’aeroporto all’albergo.

Ma il problema non riguarda solo chi sceglie di viaggiare appositamente alla ricerca del piacere. Circa il 65% di coloro che viaggiano per affari, durante la permanenza, cede alle lusinghe del luogo, i cui abitanti tendono a “valorizzare il turismo sessuale, cercano di farlo diventare un’attrazione“. Una tendenza sempre più diffusa anche in Italia, dove alcuni hotel extra lusso fanno trovare tra i gadget della camera anche un catalogo di escort.

Il dark web

Un ruolo di primo piano lo gioca Internet, in particolare il dark web, ovvero le reti che è possibile raggiungere solo attraverso software specifici e particolari procedure di accesso. “La criminalità organizzata, la più grande multinazionale al mondo, ha ormai intercettato questo bisogno e quadruplicato il materiale pedopornografico che circola sul web dove sfugge al controllo”, riporta Yasmin. “Fortunatamente l’Italia ha una delle leggi migliori al mondo per punire chi commette questo reato anche nei Paesi esteri”.

Italiani al primo posto

Troppo spesso, però, prosegue Yasmin, la percezione del turismo sessuale è ancora fortemente legata a errati luoghi comuni. Nonostante sia un fenomeno prettamente maschile, per esempio, si sta assistendo a un aumento delle donne coinvolte, fino al 5%. “Già fin dagli anni ’80 avevamo notizie di donne pedofile che dalla Germania si spostavano verso questi Paesi alla ricerca di bambini ai quali iniettavano ormoni per avere un rapporto completo con loro”, spiega.

Inoltre “spesso si pensa che questo fenomeno abbia a che vedere solo con i Paesi del Sud del mondo o laddove vi sia disagio e povertà educativa. In parte è vero, in parte no. Non ci si sta rendendo conto che l’assenza di un’adeguata educazione alla sessualità, la riduzione delle distanze geografiche, l’accesso illimitato anche a contenuti illeciti sul web stanno mettendo a rischio anche i nostri minorenni“.