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Capo Verde: ancora mistero sulla morte del cooperante italiano

Capo Verde cooperante italiano

Secondo la polizia capoverdiana l'agronomo toscano potrebbe aver avuto un incidente domestico o essere stato vittima di una rapina.

Rimane ancora avvolta dal mistero la morte del cooperante italiano David Solazzo, trovato privo di vita nella sua abitazione sull’isola di Fogo, nell’arcipelago africano di Capo Verde, dove dallo scorso novembre lavorava per la Ong toscana Cospe.

Al momento sono due le ipotesi principali vagliate dalla polizia del luogo: incidente domestico o aggressione a scopo di rapina, anche nessuna pista sembra essere esclusa dalle indagini. Una tragedia inaspettata, considerando anche il contesto sociale capoverdiano, come afferma anche il presidente del Cospe Giorgi Menchini: “Non è una zona pericolosa non ci sono stati episodi di aggressioni o di attentati, stiamo parlando di un contesto rurale e tranquillo. Aspettiamo l’esito dell’autopsia”.

Il caso

Interrogato dai volontari del Cospe, anche il console italiano a Praia Luigi Zirpoli preferisce non sbilanciarsi sulla vicenda, affermando: “Solazzo era stato a cena con degli amici e la mattina seguente è stato trovato morto in casa dove, credo, vivesse da solo. Le autorità stanno indagando e verrà eseguita l’autopsia”.

La notizia è stata appresa con stupore e sconcerto anche a Rifredi, dove vi è la sede principale del Cospe e dove Davide si era fatto notare per le sue capacità di agronomo in diversi paesi del mondo. Secondo quanto raccontato da Anna Meli, responsabile della comunicazione di Cospe, Davide era già stato in molte altre missioni ed aveva collaborato anche con la Fao.

Per questa sua ultima missione nella isola di Fogo, il trentenne toscano stava lavorando per un progetto finanziato dalla Comunità Europea che terminerà nel febbraio del 2020, volto allo sviluppo dell’agricoltura in una zona dell’isola reduce da un eruzione vulcanica che nel 2005 danneggiò enormemente l’economia della regione. Fogo infatti non ha un comparto turistico sviluppato come nel resto dell’arcipelago capoverdiano e le principali fonti di reddito dei suoi abitanti risiedono nella piccola agricoltura.