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Torino, maestra ai domiciliari per maltrattamenti sui bambini

Maltrattamenti sui bambini, maestra ai domiciliari

L'insegnante impediva ai piccoli alunni di andare in bagno, costringendoli a sporcarsi e poi a pulire il pavimento con la carta igienica.

Una maestra della scuola elementare “Leone Sinigaglia” di corso Sebastopoli, a Torino, è stata messa agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti, si apprende dal Messaggero. La donna è sospettava di aver usato sui bambini misure coercitive, tra cui impedire loro di andare in bagno anche a costo di restare in classe bagnati e di essere poi costretti a pulire il pavimento con la carta igienica. Nel corso delle indagini, inoltre, l’insegnante avrebbe intimato ai piccoli alunni di non parlare con le forze dell’ordine e di non riferire nulla dell’accaduto, minacciandoli di gravi conseguenze in caso contrario.

Il racconto di un genitore

Il provvedimento cautelare è stato eseguito dalla polizia municipale, che ha aperto un’indagine nell’autunno del 2018 in seguito alle segnalazioni di alcuni genitori. A insospettirli sono stati episodi quali incubi, incontinenza notturna e rifiuto di andare a scuola quando sapevano di dover incontrare la maestra in questione.

“Per rimproverare i bambini la maestra era solita scagliare i portapenne o strapparli“, ha raccontato un padre. “Mia figlia è stata costretta ad andare in un bagno molto sporco, uno dei pochi agibili, perché non voleva utilizzare il bagno turco. I nostri figli erano spaventati. In due hanno dovuto cambiare scuola”. Lo scorso ottobre, insieme ad altri quattro genitori, l’uomo ha segnalato i comportamenti “piuttosto originali” dell’insegnante a una vice dirigente scolastica. “Ci promise che la maestra non avrebbe più messo piede nella classe dei nostri bambini. Ma poi a marzo, con la scusa della carenza di organico, è tornata“, ha concluso.

La difesa della maestra

Nel 2018, al momento dell’apertura del fascicolo di indagine, la maestra si è difesa su Facebook. Nel post, riportato da Tgcom24, si legge: “È l’ultimo tentativo disperato per difendermi da delle persone ignobili che mi stanno calunniando e descrivendo come un mostro, una delinquente priva di scrupoli e stanno cercando di rovinarmi la vita. Dopo anni passati a cercare il bene, anche a costo di pagarne le conseguenze con una bassa popolarità, mi trovo davanti a delle calunnie a cui non riesco a fare fronte e nessuno riesce ad aiutarmi. Per questo, anche se il bene si fa in silenzio, dopo anni di sofferenza, ho deciso di pubblicare ciò che sono, che quasi sicuramente non servirà, ma non posso aspettare di morire schiacciata dalla sofferenza e dalla cattiveria della calunnia”.