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Madre aggredisce la vicepreside: "Ho reagito così perché maleducata"

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La mamma 36enne afferma che lo scatto d'ira sarebbe stato causato dalla "maleducazione" della vicepreside, che non voleva parlarle.

“Mia figlia mi ha chiamata per dirmi che non la stavano facendo entrare a scuola perché era sospesa. La lettera con la comunicazione della sospensione però non mi è mai stata recapitata, e così sono andata a scuola per chiedere spiegazioni” precisa ai microfoni di Mattino Cinque Daniela Ramaiaoli, la mamma 36enne accusata di aver aggredito Vittoria Bellini, la vicepreside dell’Istituto Einaudi di Lodi.

La versione della mamma

“Siccome (la vicepreside, ndr) si è posta con me con maleducazione, si rifiutava di ricevermi e mi chiudeva la porta mi son girate le scatole e le ho piantato due scappellotti e le ho tirato dietro un barattolo” tenta di giustificarsi la donna, chiarendo poi: “Non è vero però che le ho tirato pugni o che l’ho tirata”.

Per la 36enne ciò che è successo, quindi, è stato solo “una conseguenza al comportamento (della vicepreside, ndr), – e aggiunge – se lei si fosse comportata da persona civile io non mi sarei comportata così, avrei solo parlato”.

Daniela Ramaiaoli passa poi al contrattacco, affermando che “questa situazione va avanti da due anni, non è iniziata adesso”. “Due anni fa – sostiene quindi la donna – mia figlia ha avuto dei problemi di bullismo con un alunno in classe e lei che era la vicepreside e un’altra insegnante che erano presenti durante il fatto non sono mai intervenuti”.

Il racconto della vicepreside

Diverso il racconto di Vittoria Bellini, che al Corriere della Sera specifica: “Urlava perché avevamo sospeso sua figlia. Le ho detto di accomodarsi fuori e chiedere un appuntamento con il preside”. “Prima mi ha preso per i capelli poi, mentre una delle bidelle cercava di separarci, mi ha colpito alla testa con un pugno. – afferma – Mentre l’altra addetta chiamava la questura, la donna ha afferrato una sedia e me l’ha scaraventata contro, mancandomi. Poi ha cercato di colpirmi con diversi altri oggetti. Era fuori dai sé”.

Infine assicura, parlando della studentessa sospesa: “Da quando è arrivata abbiamo cercato di aiutarla in tutti i modi, sapendo che viene da un contesto educativo difficile, e di portarla avanti negli studi”.