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Angelo Izzo, il killer del Circeo si racconta

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Uno dei killer più temuti d'Italia racconta in una lettera a Libero Quotidiano come trascorre le giornate dal penitenziario di Velletri

Angelo Izzo è conosciuto come “il killer del Circeo“: nel 1975, infatti, ha architettato l’omicidio di due ragazze. Al delitto parteciparono anche Gianni Guido e Andrea Ghira. Dopo aver invitato le due ragazze in una villa estiva i tre le avevano torturate e stuprate per 35 ore. Poi avevano deciso di uccidere Rosaria e ferire Donatella, che si finse morta. Le due ragazze avevano solo 17 e 19 anni. Angelo Izzo venne condannato all’ergastolo. Oggi, però, l’uomo ha preso in mano la sua vita e ha cambiato radicalmente i suoi progetti. Vediamo che fine ha fatto il killer del Circeo.

Angelo Izzo: le lettera a Libero Quotidiano

Angelo Izzo è un noto criminale che ha passato quasi un quarto della sua vita in carcere: la sua carriera è macchiata di stupri, torture e omicidi inflitti a ragazza innocenti. Oggi il killer del Circeo ha 64 anni e ha confidato alcuni sogni e ambizioni per la costruzione di una nuova vita. Angelo, infatti, ha scritto a Libero Quotidiano rivelando: “Sto preparando due esami di giurisprudenza per la sessione di gennaio-febbraio. Ormai me ne mancano solo un altro paio e la tesi, e alla fine sarò un avvocato“. In realtà, però, avrebbe voluto intraprendere una laurea in medicina, ma purtroppo non è stato possibile.

La vita in carcere

Il killer del Circeo, condannato all’ergastolo, racconta la sua quotidianità dietro le sbarre del penitenziario di Velletri. “Non credo di ottenere qualche vantaggio serio, tuttavia non dispero di farcela ad uscire con qualche beneficio in futuro. Mi basterebbe trovare un giudice di sorveglianza amante delle sfide”. Durante la giornata si dedica alla lettura: “Naturalmente le mie preferenze vanno al noir e ai libri d’ inchiesta seri. Il libro che mi ha cambiato la vita è La condizione umana di Malraux. Un bell’esempio di vita dedita alla compassione e alla spada, il mio ideale”. Inoltre, il tempo passato in carcere lo ha reso un professionista nel campo della legge: infatti, l’uomo per perde occasione per studiare i suoi atti giudiziari.

Angelo ammette che il tempo dietro le sbarre scorre lentamente tra momenti di studio, cucina e brevi passeggiate con i compagni di cella. “I primi 15 anni di carcere ero rimasto prigioniero della mia immagine e così, appena sono uscito, non vedevo l’ora di ricominciare come prima. Poi negli anni Novanta, quando mi arrestarono a Parigi, ho iniziato a vedere i limiti di una concezione della vita immaginaria, a provare delusioni e dolori, anche perché molti miei fratelli erano morti”. Angelo racconta di aver vissuto in un incubo. Il temuto killer ha spiegato il rapporto che aveva con il fratello e le due sorelle: nei momenti in un manca la famiglia, però, l’uomo soffre di solitudine. Sono anni che Angelo non vede più nessuno: anche la moglie Donatella Papi, infatti, lo ha abbandonato al suo destino.