> > Il Salone del Libro rescinde il contratto con Altaforte

Il Salone del Libro rescinde il contratto con Altaforte

salone-libro-torino coronavirus

"Tra le ragioni di una testimone attiva dell'Olocausto e quelle di Altaforte, facciamo prevalere le prime". Il commento dell'editore: "Faremo causa"

Dopo giorni di polemiche questa mattina è arrivato l’annuncio ufficiale da parte della Regione Piemonte e del Comune di Torino. Gli organizzatori del Salone del Libro di Torino hanno formalmente rescisso il contratto con la casa editrice Altaforte, salita agli onori delle cronache nell’ultimo periodo per la sua vicinanza al partito di estrema destra CasaPound e per aver recentemente pubblicato il discusso libro-intervista su Matteo Salvini.

Le motivazioni della scelta

In una nota a firma della sindaca di Torino Chiara Appendino e del presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, pubblicata sull’account Twitter del Salone del Libro, si possono leggere le motivazioni che hanno portato alla revoca dello stand. Nel testo si parla infatti di come la presenza di Altaforte stesse procurando un grave danno d’immagine all’evento, impedendo tra le altre cose lo svolgimento di un incontro pubblico con Halina Birenbaum, poetessa polacco-israeliana sopravvissuta ai campi di concentramento: “Tra le ragioni di una testimone attiva dell’Olocausto e quelle di Altaforte, facciamo prevalere le prime, ricordando che Torino è insignita della Medaglia d’Oro al valor Militare per la sua resistenza contro il nazifascismo”.

In un’intervista al Corriere della Sera dell’8 maggio, la stessa Birenbaum prese posizione contro la presenza di Altaforte, ammonendo i vertici del Salone per il loro temporeggiare sulla vicenda: “Diano un segnale forte. Non basta dirsi antifascisti, bisogna comportarsi come tali. La democrazia è un bene troppo prezioso. Non va mercanteggiato per uno stand in più o uno in meno”.
Il ricorso di Francesco Polacchi
Non si è fatto attendere il commento di Francesco Polacchi, editore di Altaforte, nonché militante di CasaPound dal 2004, che annuncia la sua decisione di ricorrere a vie legali: “Quello del Salone è un atto di censura e tutte le forze politiche e i liberi pensatori dovrebbero stigmatizzarlo. La censura degli organizzatori colpisce Altaforte e anche il ministro Salvini perché è per il libro intervista che siamo stati esclusi. Mi impediscono di entrare, ma il libro lo presenteremo comunque qui a Torino sabato. Senza dubbio faremo causa, ci stiamo confrontando con i legali per capire chi denunciare, valutiamo anche se coinvolgere Regione e Comune”.