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Ponte Morandi, antimafia blocca azienda impegnata nella ricostruzione

ponte Morandi

Interdittiva antimafia per la Tecnodem S.r.l. Unipersonale, ritenuta esposta al rischio di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso

A poche settimane dai primi accessi e relativi controlli al cantiere per la demolizione e ricostruzione del ponte Morandi, la Dia, Direzione investigativa antimafia di Genova, sta notificando un’interdittiva antimafia, emessa dal Prefetto, nei confronti dell’impresa Tecnodem S.r.l. Unipersonale. L’azienda con sede a Napoli è impegnata nelle attività connesse alla ricostruzione del ponte genovese. Il committente è la Fratelli Omini S.p.a.. La Tecnodem è ritenuta permeabile ed esposta al pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso. Così riporta la Repubblica.

Su Twitter il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha scritto: “Grazie alla Dia di Genova. E’ la dimostrazione che i controlli di legalità sul grande cantiere funzionano anche con procedure estremamente snelle e semplificate. Andiamo avanti per il nuovo ponte sul Polcevera in trasparenza, efficienza e rapidità”.

Ponte Morandi, blocco dell’antimafia

La Tecnodem si occupa di demolizione industriale di materiale ferroso. A febbraio scorso è stata inserita tra le ditte sub-appaltatrici. Ad essa il compito di demolizione e bonifica degli impianti tecnologici. Il tutto per una cifra pari a cento mila euro.

“Amministratrice e socio unico della Tecnodem S.r.l. è Consiglia Marigliano, priva di titoli o esperienze professionali di settore. E’ consuocera di Ferdinando Varlese, pluripregiudicato 65enne di Napoli e domiciliato a Rapallo, dipendente della Tecnodem S.r.l..”. A comunicarlo in una nota è la Dia. E ancora: “Tra le condanne riportate dal Varlese, emerge la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli nel 1986 per associazione a delinquere. Tra i coimputati vi erano soggetti affiliati al clan “Misso-Mazzarella -Sarno”, già appartenente all’organizzazione camorristica denominata “Nuova Famiglia”. I suoi boss di riferimento erano Michele Zaza e suo nipote Ciro Mazzarella”.

In seguito, si legge un’altra sentenza rilevante a carico del pluripregiudicato napoletano. Si tratta della sentenza della Corte d’Appello di Napoli del 2006 per estorsione tentata in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto con modalità mafiose. Così si evincono in maniera circostanziata i legami di Varlese con il sodalizio camorristico “D’amico”, cui risulta legato da rapporti di parentela”.

La decisione della Prefettura di Genova

La Prefettura di Genova ha ritenuto che “il complesso degli elementi di permeabilità criminale fosse tale da porre l’impresa in una condizione di potenziale asservimento rispetto alle iniziative della criminalità organizzata di stampo camorristico”. E’ questa la decisione alla luce delle indagini svolte dalla Dia.

L’attività odierna si inserisce nel quadro delle “Disposizioni urgenti per la città di Genova”. Finora, infatti, sono stati eseguiti controlli su 92 società e 4.062 persone fisiche impegnate nella ricostruzione del ponte di Genova. A collaborare nelle verifiche anche le Forze di polizia territoriali.

La struttura commissariale per la demolizione e ricostruzione di ponte Morandi ha fatto sapere di aver affrontato la questione inerente al contratto con la Tecnodem. Così informa ancora la Repubblica. La decisione è stata pubblicata sul sito della struttura. Quest’ultima ha chiesto l’immediata risoluzione del contratto con l’azienda. “Come previsto dal protocollo sottoscritto dal commissario per la ricostruzione Marco Bucci e il prefetto di Genova Fiamma Spena, la struttura commissariale ha provveduto a chiedere l’immediata risoluzione del contratto in essere all’Ati di demolizione. La stessa azienda era un subappalto con incarico di demolizione e bonifica di impianti tecnologici”. La decisione sopraggiunge in seguito al provvedimento interdittivo adottato dalla Prefettura nei confronti dell’impresa Tecnodem srl. Sul sito si legge: “Al provvedimento si è arrivati grazie all’efficienza dei controlli. Gli agenti li hanno svolti puntualmente nei confronti delle aziende che orbitano attorno al cantiere”.