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Anziana uccisa durante una rapina, il rom era stato espulso

Anziana uccisa in casa, rom espulso

Miki Trajkovic, fermato dalla polizia di frontiera a Ventimiglia, era stato espulso nel 2017 ed è rientrato in Italia illegalmente.

Era già stato espulso dall’Italia in quanto irregolare uno dei cinque rom responsabili della morte di Anna Tomasino, l’anziana che ha perso la vita a causa delle lesioni riportate durante una rapina nel suo appartamento di Roma. Secondo quanto si apprende dal Messaggero, Miki Trajkovic era stato allontanato dai confini nazionali già nel 2017, ma aveva fatto rientro nel Paese illegalmente e da quel momento si trovava a Roma.

I precedenti dei rom fermati

È lunga la lista dei reati a carico della banda di rom fermata per l’omicidio dell’89enne. Tutti e cinque gli arrestati provengono da due dei campi nomadi considerati tra i più pericolosi di Roma: quello in via Salviati e quello in via Gordiani. Sulla fedina penale di Darko Kostic (il 31enne che si è costituito, permettendo la cattura dei suoi complici) compare l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Alcuni mesi fa gli è stato notificato un divieto di avvicinamento alla compagna. Sono invece esperti di furti Dylan e Dennis Trajkovic. Il primo, appena 20enne, ha cominciato a rubare da minorenne e per farlo si è spinto fino nell’hinterland milanese. Dennis, noto per i furti d’auto, è stato fermato dalla polizia di Moncalieri, in provincia di Torino.

I più ferrati della banda in rapine in appartamento sono, però, Bidam Sulejmanovic e Miki Trajkovic. Quest’ultimo, fermato dalla polizia di frontiera di Ventimiglia, è sospettato di aver inferto il colpo fatale all’anziana. Insieme a lui, nell’abitazione della signora Tomasini, ci sarebbe stato Darko Costic. I tre complici sarebbero invece rimasti all’esterno della casa per controllare che nessuno si avvicinasse.

Esclusa l’espulsione

Subito dopo l’arresto, il ministro Matteo Salvini ha annunciato: “Sono rom, saranno tutti espulsi“. Ma, col proseguire delle indagini, sembra che l’ipotesi di un’espulsione immediata sia da escludere. I cinque fermati, infatti, dovranno essere sottoposti a un processo per poi scontare la pena in Italia, dal momento che non esiste alcuna motivazione che giustifichi l’estradizione.