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Biella, processato per gli abusi sulla cugina di 8 anni: assolto

catena al collo

Una bambina di otto anni viene affidata a dei parenti. In base al suo racconto, il cugino 25enne l'avrebbe violentata. L'uomo è stato assolto.

Dopo undici anni di silenzio una giovane donna rivela di essere stata violentata all’età di 8 anni dal cugino, all’epoca dei fatti 25enne. La vicenda risale al 2005, e forse anche per questo motivo nel corso del processo l’accusa non è stata in grado di dimostrare la colpevolezza dell’uomo, il quale si è però sempre dichiarato innocente. Il 39enne infatti è stato assolto. Amaro lo sfogo del padre della vittima, originaria dello Sri Lanka.

L’assoluzione

“Ho voluto che la denuncia fosse presentata anche dopo tanti anni perché credevo nella giustizia italiana. Oggi non è più così. Questa vicenda ha rovinato la serenità della nostra famiglia e la sentenza ci ha ancora più addolorati. Non smetteremo comunque di cercare la verità, tanta è la nostra rabbia ma nonostante tutto voglio continuare a seguire la strada della legalità”. Questo è l’amaro sfogo, rilasciato a La Stampa, di un padre che ha visto chiudersi con una sentenza di assoluzione il processo contro il presunto violentatore della figlia.

La vicenda risale al 2005, ed anche per questo motivo i giudici hanno chiuso il procedimento con la formula che fino a qualche tempo fa veniva chiamata insufficienza di prove. Alla sbarra un uomo di 39 anni accusato di aver abusato della bambina quando aveva otto anni. Ne sono passati però undici prima che la vittima trovasse il coraggio di denunciare l’accaduto.

Gli abusi

La piccola, all’epoca dei fatti, abitava in Valle di Mosso, in provincia di Biella. La madre era dovuta tornare in Sri Lanka, paese d’origine, mentre il padre era spesso assente per lavoro. La bambina, insieme alla sorella, fu affidata quindi a dei parenti ed è in questo contesto familiare che si sarebbero perpetrate le violenze, da parte di un cugino 25enne.

Successivamente la famiglia si è trasferita in Inghilterra ma quando il padre, nel 2016, ha pensato di riportare tutti nel biellese la figlia si è opposta, raccontando solo in quel momento gli abusi che avrebbe subìto. Denunciato, il cugino nel corso del processo ha però sempre negato ogni addebito, portando come prova alcuni documenti che attesterebbero la sua assenza da casa nei giorni in cui la vittima sostiene di essere stata violentata.