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Sea Watch, autorizzato lo sbarco per bambini e famiglie

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18 dei 65 migranti a bordo della Sea Watch sono stati prelevati da motovedette della finanza e portati a terra.

Inizialmente Salvini aveva usato il pugno duro nei confronti dei migranti salvati dalla Sea Watch: “Vadano in Tunisia” aveva tuonato il ministro dell’Interno. La nave era infatti stata diffidata ad avvicinarsi alle acque italiane e si era scatenato lo scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle: “L’Italia non sente la mancanza di uomini soli al comando” aveva detto infatti Di Maio. Dal canto suo però, la nave umanitaria non ha mai smesso di lanciare appelli, tanto che si sarebbe spinta comunque a 15 miglia da Lampedusa, dove ha chiesto aiuto per mettere in salvo i neonati a bordo e le loro madri. Nella serata di venerdì è infine arrivata la notizia che 18 persone, tra cui famiglie e un uomo disabile hanno ottenuto l’ok per lo sbarco.

Sbarcati alcuni migranti

Motovedette della Guardia costiera e della Finanza hanno portato a Lampedusa i due neonati e i cinque bambini, con i rispettivi genitori, più l’uomo gravemente ferito. Al molo, il procuratore di Agrigento, sull’isola per gli interrogatori del comandante e del capomissione della Mare Jonio, ha aperto da prassi un fascicolo contro ignoti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per quanto riguarda tutti gli altri migranti (erano 65 in totale a bordo, ndr), dovranno rimanere a bordo dell’imbarcazione, e il loro destino è ancora avvolto dall’incertezza. Sul Mediterraneo si sta infatti alzando un forte vento di scirocco che rende particolarmente difficile la navigazione.

Le parole del portavoce

Giorgia Landi, portavoce di Sea Watch, ha fatto sapere: “Non abbiamo ricevuto indicazioni di alcun porto sicuro in Tunisia. Siamo rimasti un giorno e mezzo senza indicazioni da parte di nessuno, poi abbiamo seguito l’intimazione di una motovedetta libica che si è avvicinata e ha ordinato di fare rotta verso nord. Il comandante ha deciso di seguire la rotta meno vessatoria, verso Lampedusa, che è poi quella che offre il porto sicuro più vicino”. “Erano prima in acque libiche e poi in acque maltesi, ma mettendo a rischio la vita degli immigrati, vogliono a tutti i costi arrivare in Italia. Non sono soccorritori ma scafisti” ha twittato Salvini.