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Silvio Muccino rinviato a giudizio per diffamazione contro Gabriele

silvio e gabriele muccino

Silvio Muccino accusa il fratello maggiore Gabriele di essere una persona violenta. I due si affronteranno in un processo a gennaio 2020

Silvio Muccino ha accusato il fratello maggiore Gabriele di essere una persona violenta. L’episodio che aggrava la situazione risale a qualche anno fa, quando Gabriele aveva appena 24 anni. Le dichiarazioni diffamatorie di Silvio condurranno al processo i due fratelli: l’udienza è fissata per gennaio 2020.

L’accusa di Silvio a Gabriele

I due fratelli sono arrivati faccia a faccia nel tribunale di Roma. La causa della sentenza riguarda alcune dichiarazioni diffamatorie di Silvio nei confronti di Gabriele. Al centro delle indagini sono finiti gli episodi raccontati durante il programma L’Arena del 3 aprile 2016. In quell’occasione, infatti, Silvio ha accusato il fratello (assente nel programma) di aver abusato dell’ex moglie Elena Maioni. Inoltre, l’autore di “L’ultimo bacio”, secondo Silvio, risulta essere una persona violenta. A sostegno della sua tesi, il fratello minore ha riportato alla luce un caso risalente a qualche anno prima: Gabriele avrebbe schiaffeggiato la sua ex moglie perforandole il timpano.

L’udienza

La prima data fissata per l’udienza preliminare del caso dei fratelli Muccino è il 14 gennaio 2020 davanti al giudice monocratico di Roma. “È un primo passo verso l’accertamento della verità a fronte di quanto era stato diffuso davanti a milioni di telespettatori nei confronti del mio assistito” ha commentato l’avvocato di Gabriele.

La puntata a L’Arena

Silvio ha raccontato alle telecamere del programma di Massimo Giletti un episodio riguardante il comportamento del fratello nei confronti dell’ex moglie. “Lui era nervoso e andò in camera da Elena. Quando mi avvicinai alla porta la vidi uscire con una mano sull’orecchio e le lacrime agli occhi. Non sentiva più niente. Uno schiaffo le aveva perforato un timpano e ha dovuto subire una plastica per riacquisirlo in parte”. All’epoca Gabriele aveva solo 24 anni e, secondo le sue difese, si era lasciato condizionare dal contesto nel quale si trovava.