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Parla il padre del bimbo ucciso: "Me l'hanno portato via due volte"

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Dopo la morte del piccolo Francesco, il padre è stato inoltre allontanato dalla famiglia dell'ex compagna, con la quale già non era in buoni rapporti.

È un uomo distrutto Mouez Ajouli, padre di Francesco Russo, il bambino ucciso il 25 maggio scorso a Novara. Una morte per cui sono ora indagati la madre del piccolo Gaia Russo ed il suo attuale compagno Nicholas Musi, accusati di omicidio volontario pluriaggravato. Intervistato da La Repubblica, Ajouli non si capacita della morte di Francesco, a cui aveva scelto di non dare il suo cognome per proteggerlo dai problemi che aveva avuto in passato con la giustizia.

Il racconto del padre

Nell’intervista, l’uomo racconta di come avesse lui stesso subito un procedimento di allontanamento dal figlio proprio a causa dei suoi precedenti penali: “A un certo punto della nostra storia Gaia ha iniziato a dirmi che gli assistenti sociali le avevano consigliato di allontanarsi da me, perché ero una persona con qualche precedente e cose di questo tipo. Anche la famiglia di lei è sempre stata contraria alla nostra storia. Alla fine ci siamo lasciati ma continuavamo a frequentarci”.

Negli ultimi mesi tuttavia, il rapporto con la madre di Francesco sembrava essersi incrinato. Complice forse l’attuale compagno della donna: “Io e Gaia fino a qualche mese fa ci vedevamo ancora e il suo nuovo compagno era geloso. Anche alcuni dei miei amici che l’hanno vista hanno detto che era cambiata, che sembrava che qualcosa non andasse. Anche Gaia poi ha iniziato a minacciarmi di stare lontano, altrimenti non mi aver ebbe più fatto vedere il bambino. E anche quando vedevo Leo, non era più come prima. L’ultima volta è stato due settimane fa, ma c’era anche quell’altro e non mi sono potuto fermare. Leo è venuto solo a darmi un bacio poi è tornato da sua madre. Ed è l’ultima volta che l’ho visto”.

Un uomo distrutto

Dopo la morte del piccolo Francesco, Ajouli è stato inoltre allontanato dalla famiglia dell’ex compagna, con la quale già non era in buoni rapporti: “Non mi reggo più in piedi dal dolore. Ho provato ad andare a casa, in ospedale, a casa della mamma di lei, chiamo e non mi risponde nessuno… Mi stanno tutti tenendo fuori da questa storia e io soffro tantissimo. Come puoi pensare che accada a tuo figlio? E penso anche però che il cattivo non ero io”.