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Bimbo morto a Novara: la madre dell'assassino prende le distanze

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La madre di Nicolas Puni racconta di come l'indole violenta fosse presente nel giovane fin da piccolo e non avrebbe risparmiato nemmeno i familiari.

Nuovi particolari stanno venendo alla luce dalla triste vicenda di Leonardo Russo, il bambino ucciso a Novara lo scorso 23 maggio. Intervistata da La Repubblica, la madre di Nicolas Musi, il 23enne accusato dell’omicidio del piccolo, tratteggia infatti un ritratto inquietante del giovane. L’indole violenta sarebbe stata infatti sempre presente nel giovane fin dalla tenera età e non avrebbe risparmiato nessuno, nemmeno i suoi familiari.

Chiusi i rapporti con la famiglia

Rispondendo alle domande dei giornalisti, la madre di Musi racconta: “E’ sempre stato violento, sin da bambino. A noi familiari ci ha anche minacciato di morte. Noi abbiamo provato tante volte di recuperarlo, ma lui si mostrava sempre violento. Lo abbiamo denunciato: è arrivato a picchiare anche me”.

Nel racconto della donna emerge inoltre una presunta violenza sessuale che il figlio avrebbe compiuto su una cugina di soli 11 anni: “L’ultima volta che ci siamo sentiti è stato a gennaio. Lui mi aveva detto che con quella storia non c’entrava nulla”.

Con i giornalisti parla anche il fratello di Musi, che spiega come più volte abbia anch’egli cercato di aiutarlo portandolo con lui nei locali dove lavorava come deejay. Sforzi che però sono risultati vani: “Non è servito. Ha portato via delle casse. Io lo stavo aiutando e lui si è messo a rubare. Adesso, alla luce di quello che ha fatto, non mi interessa più. Deve pagare per quello che ha fatto. Con l’avvocato non lo aiuteremo. Per me è come morto”.

Il tentativo di suicidio in carcere

Interrogato all’interno del carcere, Nicolas Musi si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, non aggiungendo di fatto nulla rispetto a quanto già detto in ospedale, quando raccontò di come il bambino fosse semplicemente caduto dal lettino. Una dinamica che tuttavia non combacia con gli ematomi e i segni di percosse rinvenuti sul corpo del piccolo Leonardo.

Nel carcere di Novara, Musi ha inoltre tentato il suicidio impiccandosi alle sbarre della sua cella, ma è stato prontamente salvato dagli agenti di Polizia penitenziaria che erano li presenti.