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Forse di un peruviano scomparso il corpo ritrovato nel fiume Lambro

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Secondo i rilevamenti degli investigatori il corpo apparterrebbe a Edgar Luis Calderon Gonzalez, un 32enne peruviano scomparso dallo scorso 2 giugno.

Macabro ritrovamento quello avvenuto nel pomeriggio di venerdì 7 giugno a Milano. Un cadavere, avvistato da un passante poco prima delle 14, è stato recuperato dalle acque del fiume Lambro, all’altezza di via Caduti di Marcinelle. Secondo i primi rilevamenti eseguiti dagli investigatori il corpo apparterrebbe a Edgar Luis Calderon Gonzalez, un peruviano di 32 anni. L’uomo era stato visto per l’ultima volta proprio all’interno del Parco Lambro nella giornata di domenica 2 giugno.

La dinamica della morte

Per il momento gli investigatori si sono basati sulle dichiarazioni di un altro sudamericano, presente sul luogo al momento della scomparsa di Gonzalez. Secondo l’uomo, come riportato dalla telefonata alla polizia effettuata domenica sera, il 32enne sarebbe stato dapprima malmenato e successivamente gettato nel fiume: “Pronto, polizia… hanno litigato, ho visto che lo spingevano in acqua ed è sparito”.

Difficile al momento quindi stabilire se Gonzalez sia morto in seguito al pestaggio o in seguito ad un annegamento. Gli investigatori dovranno ora trovare riscontri effettivi in merito all’ipotesi di una morte violenta,

Il commento del consigliere comunale

In merito al ritrovamento del cadavere del peruviano si è espresso il Consigliere del Municipio 3 Gianluca Boari, della Lega. In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook Boari scrive di come proprio il 2 giugno fosse al Parco Lambro intento a documentare il degrado che da tempo affligge quella zona della città: “Proprio nel pomeriggio del 2 giugno ero stato al parco per un sopralluogo riprendendo scene di illegalità totale: occupazione suolo, diffusione di musica attraverso impianti alimentati da gruppi elettrogeni, vendita di cibo preparato sul posto con l’utilizzo di barbecue, vendita di alcolici riforniti costantemente da corrieri di colore.

Boari lamenta inoltre l’assenza di controlli adeguati da parte del comune: “Il Comune, che lo scorso anno si era impegnato formalmente a presidiare gli accesso al parco per impedire i raduno di centinaia di abusivi, era presente con una sola auto della Polizia Locale (due agenti) e nessun posto di blocco.