Quale miglior modo per omaggiare una bella vacanza al mare se non quello di portarsi a casa una conchiglia per ricordo. Purtroppo però, questa consolidata abitudine estiva è aspramente sanzionata dalla legge italiana, anche se non tutti ne sono a conoscenza. Un divieto che non vale solo per le conchiglie che troviamo sulla spiaggia, ma anche per varie specie vegetali di montagna.
Sanzioni per i trasgressori
Secondo quanto riportato dal Codice della navigazione infatti, il prelievo di materiale o specie animali e vegetali dalla zona di demanio marittimo è punito con una sanzione amministrativa. Più precisamente, all’articolo 1162: “Chiunque estrae arena, alghe, ghiaia o altri materiali nell’ambito del demanio marittimo o del mare territoriale ovvero delle zone portuali della navigazione interna, senza la concessione prescritta nell’articolo 51, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.549,00 a euro 9.296,00”.
Nel febbraio scorso inoltre, la Corte di Cassazione ha legiferato anche in merito al prelievo della semplice sabbia, che se fatto in grandi quantità comporta il reato di furto aggravato. La sabbia di cui sono composte le nostre spiagge è infatti considerata un “bene destinato alla pubblica utilità ed esposto alla pubblica fede”. Il prelevamento della sabbia dal bagnasciuga costituisce un danno idrogeologico alle coste.
Divieti anche in montagna
Non è però solo la flora e la fauna marina ad essere interessata dai divieti amministrativi. Simili legislazioni sono attive anche nelle località montane in particolare per quanto riguarda la raccolta della stella alpina. Varie leggi regionali emanate da alcune amministrazioni italiane vietano (o limitano) infatti la raccolta del fiore simbolo delle Alpi e di numerose altre specie vegetali, come l’arnica, il tarassaco, l’orchidea selvatica ed il narciso. Lo scopo è quello di tutelare la flora spontanea dall’incuria dell’uomo e in questo caso le multe vanno dai 100 ai 1.200 euro.