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Milano, destino scritto per San Siro: si costruirà un nuovo stadio

stadio san siro

Colpo di scena per le sorti della Scala del calcio. San Siro verrà abbattuto. Al suo posto un nuovo impianto ultra moderno.

Sembra esserci finalmente un responso per i dubbi di tutti cittadini milanesi. Addio a San Siro. Milan e Inter costruiranno un nuovo stadio. A conferma della tesi le parole del presidente rossonero Paolo Scaroni e dell’ad nerazzurro Alessandro Antonello. Entrambi a Losanna nella delegazione della candidatura di Milano-Cortina per i Giochi invernali 2026.

Il progetto

La convinzione che qualcosa dovesse succedere per rinnovare la Scala del calcio era nell’aria da molto tempo. Le ipotesi erano tante e molto diverse tra loro. L’ opzione più plausibile vedeva un San Siro rinnovato, moderno. Successivamente l’idea si era spostata sulla costruzione di un nuovo San Siro proprio di fronte al vecchio, con l’utilizzo della vecchia struttura a fini commerciali.

Ma questa volta le idee sembrano chiare, in trasferta a Losanna come parte della delegazione per i Giochi invernali del 2026, Paolo Scaroni alla domanda sulla costruzione di un nuovo stadio ha risposto così: “Facciamo un nuovo San Siro accanto al vecchio, nella stessa area della concessione. Il vecchio verrà buttato giù e al suo posto ci saranno nuove costruzioni”.

Di fianco a lui l’ad neroazzurro Alessandro Antonello ha confermato la tesi del suo collega (rivale). Ma non solo, le due società hanno deciso di lavorare insieme al progetto.

La città si divide in due

Come di solito accade davanti a scelte di questa portata, la città di Milano si è letteralmente divisa in due grandi fazioni. Da una parte gli inguaribili romantici che non vorrebbero separarsi da uno stadio che ha fatto la storia. Dall’altra i futuristi che credono nel progresso e nella modernità. In favore dei primi si è schierato Marco Bestetti, presidente del Municipio 7, che ha dichiarato che San Siro è un monumento nazionale e sarà pronto a fare un referendum cittadino nel caso venisse approvata la proposta. D’altronde un teatro di così tante battaglie e così ricco di storia, appartiene al popolo, perché non dovrebbe decidere del suo destino?

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