La Sea Watch trascorre il suo dodicesimo giorno in balia del mare. La nave si trova al confine con le acque territoriali, a 16 miglia da Lampedusa e attende un aiuto che non arriva. I 42 migranti a bordo lanciano un nuovo appello alle autorità: “Siamo stanchi, siamo esausti. Fateci scendere”. Inoltre, il capitano tedesco Carola Rackete ha dichiarato in un’intervista per La Repubblica: “Perderò la Sea Watch, ma ora forzo il blocco”.
La situazione a bordo
Sulla nave Sea Watch ci sono ancora 42 migranti che attendono di sbarcare sulle coste italiane. In un video pubblicato da Forum Lampedusa Solidale uno di loro racconta: “Immaginate come deve sentirsi una persona che è scappata dalle carceri libiche e che ora si trova sui, costretta in uno spazio angusto, seduta o sdraiata senza potersi muovere. Inevitabilmente rischia di sentirsi male” ha spiegato. Poi ha lanciato il suo appello: “Non ce la facciamo più, la barca è piccola e non possiamo muoverci. Non c’è spazio. L’Italia non ci autorizza a sbarcare, chiediamo il vostro aiuto, chiediamo l’aiuto delle persone a terra. Pensateci perché qui non è facile“.
Seven days ago Hermann addressed the Europeans to call on their solidarity. So far the situation worsened for the 42 people still stuck on the #SeaWatch 3. Having escaped the Libyan torture prisons, the EU deprives them of their basic human rights for 12 days now. pic.twitter.com/8qDZjQYbJk
— Sea-Watch International (@seawatch_intl) 24. juni 2019
Il capitano
La tedesca Carola Rackete si dice pronta ad affrontare le conseguenze del suo gesto: il capitano della ong, infatti, intende lasciare la Sea Watch per tentate di salvare le persone a bordo. Nell’intervista realizzata da Repubblica afferma: “Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So che cosa rischio: le denunce e il sequestro. Ma i 42 naufraghi che ho a bordo sono allo stremo e io sono responsabile”.