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Migranti, la Sea Watch è arrivata a Lampedusa: autorità italiane a bordo

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La Sea Watch ha violato il divieto di ingresso in acque italiane e ha raggiunto Lampedusa.

La nave ong Sea Watch 3, dopo ben 14 giorni in balia del mare, è approdata al porto di Lampedusa. “Le autorità italiane sono appena salite a bordo della Sea-watch 3 – ha sottolineato il capitano della nave Carola Rakete in un breve video – Ci troviamo fuori dal porto di Lampedusa. Hanno controllato i documenti della nave e i passaporti dell’equipaggio e ora stanno aspettando istruzioni dai loro superiori. Spero vivamente che possano presto fare scendere dalla nave le persone soccorse”.

Lo sbarco

Nel pomeriggio di mercoledì, la Sea Watch ha ignorato l’alt della Guardia Costiera e ha continuato a fare rotta verso l’Italia per decisione della capitana. E’ stata proprio lei, attraverso un tweet sul canale social della Ong, a comunicare l’arrivo a bordo delle autorità italiane: “Le autorità sono salite a bordo della Sea Watch 3. Ci troviamo fuori dal porto di Lampedusa. Hanno controllato i documenti della nave e i passaporti dell’equipaggio e ora stanno aspettando istruzioni dai loro superiori” ha fatto sapere. Non appena la Sea Watch è giunta al largo del porto, sul molo si sono schierati gli uomini dei Carabinieri, pronti ad intervenire in caso di bisogno.

La vicenda della Sea Watch

Dopo aver ricevuto il no allo sbarco in Italia, l’imbarcazione si è fermata al largo delle coste italiane in attesa dell’indicazione di un porto sicuro, che in realtà non è arrivata. Più volte il ministro Salvini ha invitato l’equipaggio a fare rotta verso un altro porto, ma da bordo hanno fatto sapere di voler raggiungere l’Italia a tutti costi. Il Governo italiano ha ribadito più volte il divieto allo sbarco, permettendo poi, dopo alcuni giorni, lo sbarco di alcuni migranti bisognosi di cure mediche. Il calvario è invece continuato per tutti gli altri 43 a bordo costretti in uno spazio angusto e sotto il sole cocente. Le condizioni sono rapidamente peggiorate e Ong, equipaggio e medici hanno chiesto l’intervento della Corte di Strasburgo. Quest’ultima però avrebbe respinto il ricorso, gettando i migranti, ormai stremati, nello sconforto più totale. Proprio a seguito di questa ennesima delusione, la capitana Carola Rackete ha maturato la decisione di violare il divieto ed entrare in acque italiane, dando comunicazione alla capitaneria di porto. “So i rischi che corro. Devo sbarcare le persone che ho a bordo” sono state le sue parole