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Carola Rackete in arresto, cosa rischia la capitana della Sea Watch

Carola Rackete arrestata

La comandante della Sea Watch è stata arrestata dagli agenti della Guardia di Finanza poco dopo l'attracco al molo di Lampedusa.

Il suo volto è diventato il simbolo stesso della Sea Watch, ancor più di quello dei migranti a bordo della nave ormai attraccata al molo di Lampedusa. La capitana che sfida il capitano Matteo Salvini ha forzato il blocco imposto dal Viminale e, dopo 17 giorni in mare, ha portato i naufraghi sulla terraferma, compiendo una scelta che divide l’Italia tra chi la considera una donna coraggiosa e una paladina della giustizia e chi invece invoca carcere (o peggio) per chi contravviene alle leggi italiane. Ciò che è certo è che Carola Rackete, agli occhi dei rappresentanti delle forze dell’ordine, si è macchiata di gravi reati. A un’ora dall’approdo a Lampedusa, gli agenti della Guardia di Finanza sono saliti a bordo e la capitana è finita in manette.

I reati di Carola Rackete

Secondo quanto si apprende dal Corriere della Sera, la capitana della Sea Watch è formalmente accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A questo primo reato si aggiunge quello di resistenza alle navi da guerra. Infine, la comandante dovrà rispondere dell’accusa di tentato naufragio, in relazione alla manovra compiuta nel porto di Lampedusa, quando la nave della Ong tedesca avrebbe speronato la motovedetta della Guardia di Finanza contro la banchina del molo, mettendo i finanzieri in grave pericolo.

Cosa rischia la capitana

Per il solo reato di resistenza alle navi da guerra, rischia una pena compresa tra i 3 e i 10 anni di carcere. Il suo gesto corrisponde a una violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione. Al momento, informa Tgcom24, per Carola Rackete sono stati disposti gli arresti domiciliari, ma non si esclude l’ipotesi del suo trasferimento in carcere in attesa del processo per direttissima.