> > ArcelorMittal, nessun accordo tra azienda e sindacati sulla Cigo

ArcelorMittal, nessun accordo tra azienda e sindacati sulla Cigo

ricorso commissari ex ilva

"ArcelorMittal ha deciso di voler proseguire unilateralmente. Scopriremo se c'è un livello superiore di direzione" dichiarano i sindacati.

Otto ore di sciopero su tre turni per mercoledì 4 luglio 2019. L’agitazione di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Ugl è stata indetta al termine dell’incontro del 1 luglio con ArcelorMittal, poiché l’azienda ha confermato la procedura di cassa integrazione ordinaria di 1.395 dipendenti dello stabilimento di Taranto (ex Ilva).

Confermata cassa integrazione

I sindacati avevano chiesto di differire la decisione in vista dell’incontro del 9 luglio convocato dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ma l’azienda “ha deciso di fatto di voler proseguire unilateralmente, assumendosi una responsabilità che peserà nei rapporti futuri con i lavoratori e le loro rappresentanze” come dichiarano le organizzazioni sindacali.

Lo sciopero è stato proclamato invece il giorno in cui ci sarà il vertice tra azienda e governo per discutere dell’immunità penale soppressa dal cosiddetto decreto Crescita, a partire dal 6 settembre 2019.

I sindacati hanno provato a chiedere ad ArcelorMittal di venire incontro agli operai riflettendo su integrazione salariale, rotazione del personale e gestione delle ferie programmate ma “l’azienda ha mostrato una totale chiusura sulle richieste avanzate”.

Chi decide su ArcelorMittal Italia?

Proprio per questo “oltre all’azione di forza che faremo con lo sciopero, andremo anche all’Inps e a tutti gli enti competenti per impedire che venga concessa la cassa integrazione ad ArcelorMittal” annuncia Francesco Brigati, segretario generale della Fiom Cgil territoriale.

“Se in ArcelorMittal esiste un livello superiore di direzione e di gestione che mette in riga, diciamo così, ArcelorMittal Italia, stoppando sul nascere ogni apertura al dialogo, lo scopriremo. – assicura quindi il sindacalista – Ma l’azienda sappia già da ora che gli stabilimenti in Italia e il sindacato in Italia sono cosa ben diversa da ciò che loro ritengono di poter fare nel resto d’Europa e del mondo”.