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Caso Orlandi, il tribunale vaticano fa aprire due tombe

Vaticano

Le operazioni si svolgeranno a metà luglio. Il fratello di Emanuela: "Grazie Parolin".

Grande conquista per la famiglia di Emanuela Orlandi, la ragazza, figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, che sparì a Roma il 22 giugno 1983. Il Vaticano ha infatti deciso di aprire un’indagine interna per fare chiarezza sull’ultima pista offerta ai parenti della 15enne da un anonimo, il quale avrebbe indicato il Camposanto Teutonico come il luogo dove potrebbe essere stata sepolta. Per questa ragione, l’Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha disposto l’apertura di due tombe presso il Cimitero Teutonico. “La decisione” ha dichiarato Alessandro Gisotti, direttore della sala stampa vaticana “si inserisce nell’ambito di uno dei fascicoli aperti a seguito di una denuncia della famiglia di Emanuela Orlandi che, come noto, nei mesi scorsi ha, tra l’altro, segnalato il possibile occultamento del suo cadavere nel piccolo Cimitero ubicato all’interno del territorio dello Stato Vaticano”.

L’apertura delle tombe

Le operazioni di apertura delle due tombe avranno luogo l’11 luglio 2019. Non è mancato il commento del fratello della giovane scomparsa, Pietro Orlandi. “Vorrei veramente ringraziare il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, sicuramente da parte sua c’è stato tanto coraggio nell’apertura di questa indagine e nella decisione di aprire le tombe” ha affermato l’uomo. “E anche il comandante Domenico Giani vorrei ringraziare, ho capito che c’è la volontà di fare chiarezza”.

Nonostante l’entusiasmo dei familiari di Emanuela, sussiste una certa cautela sulle rivelazioni che hanno indotto il tribunale vaticano a una simile decisione. Il caso, infatti, è sempre stato caratterizzato da falsi indizi, depistaggi e notizie smentite dai fatti.