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Napoli, bimbo intossicato da monossido di carbonio: salvo in extremis

studentessa infarto scuola

Il gas velenoso nella stanza, l'allarme e poi la ricerca di sperata di un ospedale che potesse praticare ossigenoterapia iperbarica.

A causa di una caldaia difettosa un bambino di 4 anni, a Sulmona, ha rischiato di morire intossicato dal monossido di carbonio. A salvare la vita al piccolo la disponibilità dei medici dell’Unità complessa di Anestesia e Centro di Medicina Iperbarica del Santobono Pausilipon di Napoli.

Avvelenato dal monossido

“In casi simili il pericolo è immediato anche per il rischio elevatissimo di sindrome neurologica a distanza innescata dalla intossicazione da monossido” spiega il professor Marco Infascelli che ha salvato la vita al piccolo Danilo. Il bambino, di 4 anni, ha rischiato di morire a causa di una inalazione da monossido di carbonio. In base alle prime ricostruzioni, come riferite da Il Mattino, il gas velenoso sarebbe fuoriuscito da una caldaia malfunzionante all’interno di un’abitazione a Sulmona.

Il fumo ha riempito in poco tempo la stanza dove c’era Danilo e la zia, stordendoli. La donna per fortuna si è ripresa quando l’appartamento è stato areato mentre le condizioni del bambino sono apparse subito più gravi. Dopo essere stato soccorso dal personale del 118, i medici si sono attivati per trasportarlo in uno dei centri iperbarici presenti su territorio nazionale.

La ricerca dell’ospedale

Purtroppo però diversi ospedali, una volta contattati, si sono resi indisponibili fino a quando, attorno alle ore due del mattino, l’Unità complessa di Anestesia e Centro di Medicina Iperbarica del Santobono Pausilipon di Napoli ha dato il proprio assenso al trasferimento.

Il piccolo è rimasto sotto trattamento di ossigenoterapia iperbarica per circa un paio d’ore e “dovrà essere sottoposto ad una ulteriore seduta” prima di fare ritorno a Sulmona, spiega il professor Infascelli, assicurando comunque: “Il bimbo sta bene ed è fuori pericolo”.