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Malpensa, la mano della 'Ndrangheta nella gestione dei parcheggi

carabinieri

Dalle indagini è emerso che l'obiettivo era ottenere la gestione dei parcheggi e di altre attività commerciali nella zona dell'aeroporto.

Gestione di attività commerciali e parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa. Sono questi gli elementi emersi dall’indagine “Krimisa”, coordinata dalla Dda di Milano e condotta dai carabinieri del comando provinciale i quali, dalle prime luci dell’alba stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 34 persone in diverse province italiane. Al centro dell’inchiesta, le dinamiche della ‘Ndrangheta locale con la quale è stato accertato un legame con Danilo Rivolta, ex sindaco di Lonate Pozzolo. L’elezione dell’ex primo cittadino sarebbe infatti stata appoggiata da influenti famiglie calabresi che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato alla nipote del boss Alfonso Murano. Indagato anche un consigliere di Fratelli d’Italia e un perito della Procura di Busto Arsizio che avrebbe fatto da talpa sulle indagini.

400 carabinieri impiegati

Gli uomini nella mattinata di giovedì sono impegnati nelle province di Milano, Ancona, Aosta, Cosenza, Crotone, Firenze, Novara e Varese e i destinatari, 32 italiani e due stranieri, sarebbero ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, accesso abusivo a un sistema informatico e telematico. Stando a quanto emerso dagli investigatori, le cosche puntavano in particolare ai parcheggi limitrofi all’aeroporto. Il gip ha quindi disposto il sequestro di due parcheggi privati, “Malpensa Car Parking” e “Parking Volo Malpensa” e di metà delle quote della società “Star Parkings”. Il valore complessivo dei beni sequestrati è di 2 milioni di euro.

Indagini avviate nel 2017

L’indagine coordinata dalla Dda ha permesso di accertare che “l’organizzazione era stata in grado di infiltrare gli apparati istituzionali e che, dalla seconda metà del 2016, era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi della locale ‘ndrangheta di Legnano-Lonato Pozzolo, a seguito della scarcerazione di due esponenti apicali della medesima consorteria criminale in forte contrasto tra loro”. Nel corso degli accertamenti investigativi, le forze dell’ordine sono riuscite a documentare alcuni incontri organizzati per decidere come risolvere controversie e assegnare competenze agli affiliati.