> > Alan Kurdi lascia Lampedusa: diretta a Malta

Alan Kurdi lascia Lampedusa: diretta a Malta

alan kurdi

"Non possiamo aspettare che prevalga lo stato di emergenza" hanno fatto sapere dalla ong.

La Alan Kurdi, imbarcazione che fa capo alla ong Sea Eye, ha annunciato nella serata di sabato di aver cambiato rotta e di essere in direzione di Malta. La comunicazione in un tweet: “Non possiamo aspettare che prevalga lo stato di emergenza. Ora bisogna dimostrare se i governi europei appoggiano l’atteggiamento dell’Italia. Le vite umane non sono una merce di scambio“. La decisione dopo la notifica da parte del Viminale del divieto di accesso. Al contrario, l’altra nave, il veliero Alex, ha deciso di forzare il blocco e attraccare al Lampedusa. L’imbarcazione è stata sequestrata e l’equipaggio indagato. Dalla Germania è intanto arrivata la disponibilità ad accogliere i migranti: “Sia nel caso della Alan Kurdi che nel caso della Alex, siamo pronti, nell’ambito di una soluzione solidale europea, a prendere alcune delle persone salvate” ha affermato Horst Seehofer.

Salvini: “Vadano in Germania”

“Dopo aver salvato 65 naufraghi, navighiamo verso Lampedusa” aveva twittato Sea Eye a proposito della situazione della Alan Kurdi. “E’ una nave tedesca, possono andare in Germania” aveva risposto Salvini, che ha aggiunto: “Abbiamo notificato il divieto di ingresso nelle acque territoriali, se disobbedirà ci saranno tutte le conseguenze del caso. Chi infrange le leggi in Italia risponde delle sue scelte“. La ong, però, si era mostrata determinata: “Non ci facciamo intimidire da un ministro dell’Interno. Piuttosto ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino. La legge del mare dovrebbe essere applicata sempre, anche se un rappresentante del Governo si rifiuta di seguirla”.

L’ipotesi Libia

“La Libia un porto sicuro? No” aveva affermato Salvini prima di aggiungere che “la Guardia Costiera libica sta facendo un buon lavoro e stiamo lavorando con il governo libico perché la situazione torni tranquilla”. La vicenda della Alan Kurdi, però, ha allarmato le organizzazioni umanitarie: “Salvare vite in mare è un compito europeo. Siamo al corrente della notizia della Alan Kurdi – ha detto un portavoce del governo tedesco -. Sottolineiamo ancora una volta che il nostro obiettivo come governo tedesco è trovare una soluzione veloce: si tratta di trovare un porto sicuro e di chiarire la questione della redistribuzione” in ambito europeo.

“La guardia costiera libica ci ha inviato un’email di assegnazione di un porto in Libia” aveva twittato la Sea Eye che aveva comunicato anche il rifiuto di tale indicazione: “Non riporteremo le persone salvate nelle prigioni di tortura libiche”.