> > Proteste al Centro Rimpatri, polizia minaccia e picchia un giornalista

Proteste al Centro Rimpatri, polizia minaccia e picchia un giornalista

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Una manata in faccia e due calci. Uno sulla mano e l'altro direttamente sulla macchina fotografica, danneggiandone l'obbiettivo.

Lunedì 8 Luglio 2019, un migrante bengalese ha perso la vita all’interno del Centro Rimpatri di Torino. A seguito del diffondersi della notizia un gruppo di manifestanti si è radunato all’interno del CPR per dare sostegno ai migranti. La protesta però si è trasformata in un attimo e quello che è successo lascia davvero di stucco.

Libertà d’espressione?

A seguire da vicino tutto il corso della manifestazione ci ha pensato un reporter torinese: Roberto Chiazza. Attraverso un video caricato sul suo profilo Youtube racconta lo svolgersi dei fatti. Prima lo spostamento della manifestazione da Corso Brunelleschi a via Monginevro. Poi piano piano i manifestanti hanno deciso di abbandonare la protesta. Stavano defluendo. Nessuna rivolta, nessuna violenza. All’improvviso un poliziotto forma una squadra e dà l’ordine di caricare. Gli agenti si fiondano su un ragazzo in biciclette ed un altro con le mani alzate. Era davvero necessario? A questo punto il reporter inizia a riprendere la scena da vicino quando un poliziotto si accorge della sua presenza. Una manata in faccia e due calci. Uno sulla mano e l’altro direttamente sulla macchina fotografica, danneggiandone l’obbiettivo.

Le parole del reporter

Roberto Chiazza si è detto estremamente amareggiato. Ha percepito una tensione nell’aria non dovuta ai manifestanti, ma quasi derivante motivi personali. La protesta aveva tutte le ragioni di esistere. Poche ore prima era morta una persona in circostanze tutt’altro che chiare. La polizia ha agito in maniera spropositata rispetto all’eventuale rischio di pericolo imminente.