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Omicidio Ragusa, la Cassazione conferma la condanna per Antonio Logli

Roberta Ragusa sentenza

Condannato sia in primo grado che in appello per l'omicidio della moglie, Antonio Logli è stato ritenuto colpevole anche dalla Corte di Cassazione.

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione per Antonio Logli. All’uomo è stata riconosciuta l’accusa di aver ucciso la moglie Roberta Ragusa e di averne distrutto il cadavere. A questo punto, con la conferma della condanna, per Logli si aprono per la prima volta le porte del carcere. Inizialmente, si pensava che la Corte avrebbe potuto annullare la sentenza e rinviare gli atti per l’istituzione di un nuovo processo. Secondo gli esperti però, l’annullamento senza rinvio era un’eventualità altamente improbabile.

Le parole degli avvocati

Interrogato in merito alla sentenza della Cassazione, l’avvocato di Antonio Logli ha esternato il suo disappunto, dichiarando: “Ho sentito subito dopo la sentenza il mio assistito, che si ritiene innocente e pensa ai figli, che ora non hanno più né la madre né il padre”. Di segno opposto invece le parole del legale dei familiari di Roberta Ragusa: “Le parti civili sono sempre stati convinti che Logli ha ucciso Roberta Ragusa. Ho creduto in questa strada intrapresa da sette anni”. Logli è stato prelevato poco prima delle 10 di sera da una volante dei Carabinieri, che lo ha condotto presso il carcere Don Bosco di Pisa dove sconterà la condanna a 20 anni di reclusione.

Il ricorso in Cassazione di Antonio Logli

Antonio Logli si è sempre professato innocente, e per questo ha scelto di fare ricorso in Cassazione, in un ultimo tentativo di dimostrare la propria estraneità a quanto accaduto a Gello di San Giuliano, in provincia di Pisa. A favore dell’imputato si era espressa Sara Calzolaio, ex amante di Logli e sua attuale compagna. “Antonio è innocente”, ha dichiarato davanti alle telecamere di Quarto Grado. Ne era sicura perché “l’ho guardato negli occhi e gliel’ho chiesto. Mi ha convinto perché mi ha risposto con sincerità”. In difesa del padre si sono pronunciati anche i figli, Daniele e Alessia.

La sentenza di Appello

La colpevolezza di Logli era già stata confermata dalla Corte d’assise d’Appello di Firenze. Nel maggio 2018, i giudici non hanno modificato la disposizione che ha condannato il marito di Roberta Ragusa a 20 anni di reclusione, con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere. Il movente sarebbe duplice: passionale ed economico. Da un lato, Logli non sarebbe riuscito ad accettare la richiesta di separazione avanzata dal coniuge, data lo “stato di crisi matrimoniale” e la “protratta relazione del marito” con Sara Calzolaio, a partire dal 2004. Ma, dall’altro, l’uomo temeva anche un contraccolpo economico, dal momento che tra i coniugi esisteva una forma di “partecipazione in forma societaria all’attività di famiglia”.

La prima sentenza sull’omicidio Ragusa

La versione di Logli, però, non ha convinto il tribunale di primo grado, che lo ha condannato a 20 anni di reclusione. “Un bugiardo“, così è stato definito il marito di Roberta Ragusa dal giudice, secondo il quale l’uomo “ha reiteratamente e pervicacemente tentato di mistificare la realtà fornendo in più occasioni una versione degli accadimenti non corrispondente al vero”. Le sue dichiarazioni sono state “spesso smentite dagli esiti investigativi”.

L’omicidio di Roberta Ragusa

Era il 14 gennaio del 2012 quando Antonio Logli ha denunciato la scomparsa della moglie. Alle forze dell’ordine, l’uomo ha dichiarato di averla vista allontanarsi da casa in pigiama. Ma nei mesi successivi l’ipotesi dell’allontanamento volontario ha lasciato il posto a quella di omicidio. I primi sospetti su Logli sono sorti dopo che gli inquirenti hanno portato alla luce la relazione tra l’uomo e la baby sitter, fino alle accuse di omicidio e occultamento di cadavere culminate con la condanna in primo grado e in Appello.