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Morbillo al San Raffaele, allarme contagio tra i pazienti

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Tutti i pazienti entrati in contatto con i due medici sono stati allertati dalla direzione sanitaria dell'ospedale.

E’ allarme all’ospedale San Raffaele di Milano per un’epidemia di morbillo. Ad essere colpiti sono stati in particolare due cardiochirurghi. Uno avrebbe contratto l’infezione dal figlio, mentre il secondo dal collega. Trattandosi però di un’infezione altamente contagiosa, tutti i pazienti entrati in contatto con i due medici sono stati allertati, anche se non ci sono profilassi preventive. Generalmente la trasmissione avviene qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e il periodo di incubazione va dai 12 ai 13 giorni. La notizia del contagio all’ospedale è trapelata nella giornata di giovedì 11 luglio, ma con ogni probabilità il primo caso di contagio risale a qualche settimana prima.

Morbillo al San Raffaele

A seguito della notizia, in molti hanno accusato la direzione sanitaria di aver sottovalutato il problema, ma dai vertici del San Raffaele è presto arrivata la replica: “Il secondo medico che si è ammalato era vaccinato con 2 dosi come da raccomandazioni ministeriali, in teoria quindi protetto. Sui pazienti operati e ambulatoriali – proseguono – che sono venuti a contatto con i due cardiochirurghi, abbiamo effettuato l’indagine sierologica come previsto dalle misure di sorveglianza. Tutti sono risultati coperti perché vaccinati o perchè avevano sviluppato la malattia in passato. Nessun pericolo quindi”.

Due casi in cardiochirurgia

I due medici che hanno contratto l’infezione al San Raffaele sarebbero due cardiochirurghi. Le polemiche sono sorte proprio in relazione al ruolo che ricoprono e al fatto che siano a contatto quotidianamente con pazienti cagionevoli di salute. “Troppi medici purtroppo non accertano se sono immuni e non si ricordano se sono stati vaccinati – ha affermato la presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive -. Probabilmente non lo fanno in cattiva fede, ma tutto ciò può diventare pericoloso per i malati. Gli ospedali devono controllare, ma spesso non lo fanno abbastanza. Episodi del genere non dovrebbero verificarsi”. A tal proposito, il San Raffaele ha precisato che nell’ospedale “è in atto una politica di controllo sierologico del personale, compresi gli universitari, non solo per morbillo, ma anche per parotite, rosolia e varicella”.