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Scontro treni in Puglia: a distanza di tre anni, cosa è cambiato?

corato

"A distanza di tre anni purtroppo il procedimento vero e proprio non è ancora partito. Almeno un po’ di chiarezza su quello che è successo"

Sono passati tre anni dal disastro di Corato. L’incidente ferroviario che ha causato la morte di 23 persone e il ferimento di altre 50. Come ogni anno in questa giornata, tornano alla luce le angoscianti immagini di quel terrificante momento. Un disastro che poteva essere evitato.

Il cambiamento?

Il sindaco di Bari Antonio Decaro, come ogni anno dalla strage, incontra le famiglie delle vittime davanti alla targa commemorativa posta alla stazione di Bari. Il sindaco ha precisato che da quel momento, il dolore non è mai scomparso e da allora sono cambiate molte cose: “Da quel giorno sono cambiate tante cose, è cambiata anche la normativa sulla sicurezza ferroviaria, oggi se ne occupa una agenzia nazionale, e noi abbiamo voluto mettere qui questa targa, davanti alla stazione centrale di Bari, perché questo è un luogo di passaggio, dove passano tanti pendolari e tanti studenti. Questo è il posto del diritto alla mobilità che è legato al diritto alla sicurezza. Nessuno deve morire mentre sta soddisfacendo un proprio diritto che è il diritto di andare a scuola o sul posto di lavoro“. A far discutere però, nonostante sia cambiata la normativa, è un fattore pratico: la linea ferroviaria è rimasta invariata. Una tratta a binario unico. Come nel 90% delle tratte ferroviarie regionali. Solo ora si inizia a lavorare per il rinnovamento a doppio binario. A causare l’incidente secondo la procura di Trani, è stato un errore umano applicato al blocco telefonico. Il nodo principale sta nel fatto che nel 2017 l’Unione Europea ha stanziato più di 7 milioni di fondi per costruire un blocco automatico. Denaro poi dirottato verso l’acquisto di altri treni lasciando pressoché invariato.

Il processo

Un altro tassello delicato sulla tragedia di Corato, è rappresentato dal processo. A tre anni di distanza, nonostante l’11 aprile sia cominciato, in Corte d’Assise a Trani, il processo per 18 imputati: 17 persone fisiche e la società Ferrotramviaria spa. ancora non è partito un effettivo procedimento verso i responsabili di questa strage. Donato Colaleo è il marito di una delle vittime presente su quel treno, e non ci sta: “A distanza di tre anni purtroppo il procedimento vero e proprio non è ancora partito. Questo non ci darà niente indietro ma almeno un po’ di chiarezza su quello che è successo. Non abbiamo intenti vendicativi ma è giusto che i morti abbiano giustizia per una sepoltura definitiva“.