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Rigopiano, prima udienza in tribunale: le parole dei parenti dei morti

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I parenti delle vittime della tragedia dell'albergo a Rigopiano si sono presentati fuori dal tribunale dove si è tenuta la prima udienza.

Non hanno dimenticato i loro cari, uccisi da una valanga, dalle macerie dell’albergo Farindola a Rigopiano il 18 gennaio 2017. Perciò, sono giunti con delle magliette particolari fuori dal tribunale di Pescara dove la mattina del 16 luglio 2019 si è tenuta la prima udienza preliminare relativa all’inchiesta.

Prima udienza in tribunale

La mattina del 16 luglio 2019 parenti delle vittime si sono raccolti all’esterno del tribunale con magliette bianche su cui ognuno ha fatto stampare la foto del proprio familiare morto. Infatti nell’aula 1 del palazzo di giustizia di Pescara, davanti al Gup Gianluca Sarandrea, si è tenuta la prima udienza preliminare riguardo all’inchiesta principale sulla tragedia dell’Hotel di Farindola (in provincia di Pescara) in seguito a tre scosse sismiche con magnitudo maggiore di 5.0. La valanga causò la morte di 29 persone. Rischiano di essere processati 24 imputati, tra i quali l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, l’ex presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. Inoltre è coinvolta anche la società Gran Sasso Resort Spa. I reati per cui possono essere accusati sono vari: dal crollo o altri disastri colposi all’omicidio e lesioni colpose, all’abuso d’ufficio e al falso ideologico. L’inchiesta dei carabinieri forestali, coordinata dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, si è concentrata in particolare sulla mancata realizzazione della carta valanghe, le presunte inadempienze relative alla manutenzione e allo sgombero delle strade di accesso all’hotel, il tardivo allestimento del centro di coordinamento dei soccorsi.

Le parole dei familiari

I familiari delle vittime sperano che finalmente venga fatta giustizia e che tragedie come quella di Rigopiano non succedano più. “Ho tante aspettative sperando non sia un grande bluff e che la legge sia uguale per tutti. E’ l’inizio di una grande battaglia. La nostra vita è stravolta, mia mamma oggi si è fatta forza ed è la prima volta che viene in udienza, pretendiamo giustizia”: ha detto Francesco, fratello di Gabriele D’Angelo, morto a 31 anni nella valanga. “Non ci dà soddisfazione niente, ma chiedo solo che a questa gente tolgano il posto dove sono, posti di responsabilità che non meritano. Ancora sono dove erano, non è successo niente”: è stato il commento di Giuliana, zia di Marinella Colangeli, 30enne responsabile del resort Rigopiano, a Farindola, che ha perso la vita con altri 28 “angeli”, come è stato scritto nelle magliette dei loro familiari. Mariangela e Pina, mamma e zia di Ilaria Di Biase, morta a soli 22 anni nell’Hotel Rigopiano, a Farindola, dove lavorava come cuoca, aspettano con ansia di sapere come andrà a finire il processo: “Devono pagare tutti, dal primo all’ultimo. E’ stata una tragedia che si sarebbe potuta evitare. Noi stiamo male, sempre peggio, con tanta rabbia e tanto dolore, queste persone secondo me non hanno coscienza di cosa accaduto, nemmeno ci pensano”.