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Sistema Bibbiano, il calvario di due bimbi strappati dalla famiglia

sistema Bibbiano

Strappati senza motivo dai genitori, poi anche dalla famiglia affidataria. E' questo il calvario di due fratellini finiti nel "sistema Bibbiano"

Ha fatto scalpore e inorridito l’Italia intera l’inchiesta sui presunti abusi a danno di minori in provincia di Reggio Emilia. Si è parlato dell’elettroshock inflitto ai bambini per manipolare i loro ricordi, di un sistema per orchestrato per togliere minori alle loro famiglie e darli in affido ad altre, di metodi sbagliati e incontri con gli psicologi costruiti a tavolino.

E’ pieno di sofferenza e di rabbia la storia di due fratellini di soli 2 e 5 anni sottratti senza motivo dai loro genitori. Così, dopo essere stati affidati a un’altra famiglia (dalla quale sono stati successivamente allontanati), i due sono stati collocati in una struttura per minori a decine di chilometri di distanza. Ancora troppo piccoli per avere coscienza di ciò che stavano vivendo e dell’affare perverso e macabro costruito attorno a loro. Solo dopo essere stati sballottati da una parte all’altra, un giudice ha stabilito che non vi era nessun motivo valido. Così sono stati rimandati a casa.

Sistema Bibbiano, la storia di due fratellini

Secondo i pubblici ministeri di Reggio Emilia, psicologi e assistenti sociali coinvolti nell’indagine volevano guadagnare sfruttando l’affidamento di bambini e la loro cura. Si parla di atti contraffatti, forzature e manipolazioni di bambini. Così, spesso anche falsando o manipolando i disegni dei più piccoli, emergevano casi di abusi e violenze in famiglia. Si tratta di storie in realtà mai avvenute, ma necessarie da far emergere affinché si giustificasse il loro affido. Le famiglie affidatarie, come previsto dalla legge, avrebbero ricevuto un aiuto economico (si parla di cifre tra i 600 e i 1.200 euro al mese). Ma tra gli affidatari anche titolari di sexy shop, persone con problematiche psichiche e con figli suicidi. gli psicologi avrebbero invece ricevuto compensi per il loro lavoro: si parla di 135 euro a seduta.

Dopo 4 interminabili anni anche i due fratellini sono tornati a casa. Sono loro alcune delle piccole vittime del cosiddetto sistema Bibbiano, il metodo adottato dai Servizi Sociali della Val d’Enza. All’indomani di un lungo calvario umano e giudiziario, il legale della famiglia coinvolta nello scandalo è riuscito a dimostrare ai giudici l’assoluta arbitrarietà dell’allontanamento dei minori. “Il maschietto sarebbe stato visto in strada da solo da un vicino, un’altra volta avrebbe avuto una lente degli occhiali incrinata ma non c’è un’analisi della presunta inadeguatezza genitoriale”, ha spiegato l’avvocato a Il Resto del Carlino. Il legale è pronto a presentare un esposto-denuncia alla Procura per fare luce sulle condotte e sulle “gravissime negligenze operative” sei servizi sociali.

Le dinamiche

L’incubo ebbe inizio nell’ottobre 2015. All’epoca i bambini avevano solo 2 e 5 anni. I Servizi Sociali allontanarono i piccoli dai genitori e li portano in una casa famiglia. “Non sappiamo perché i Servizi abbiano allontanato i piccoli. Erano nutriti e vestiti normalmente, andavano a scuola, non subivano maltrattamenti o trascuratezza. La famiglia era compatta e aveva già allevato un ragazzo. C’era solo una fragilità caratteriale della madre, seguita dal Centro di Salute Mentale, ma per la quale gli psichiatri non la ritenevano inidonea al ruolo materno”, è la spiegazione dell’avvocato della famiglia emiliana riportata da Fanpage.it.

A rendere ancor più tormentata la vicenda, la richiesta da parte della famiglia affidataria ai Servizi sociali. Chiesero aiuto a psicologi e assistenti sociali rilevando la sofferenza dei bimbi per la lontananza dai genitori. E così, dopo un anno dall’affido per loro è arrivata una denuncia per abusi sessuali. Un nuovo cambiamento per i due fratellini, che sono stati allontanati di nuovo e portati in un’apposita struttura. Solo successivamente il tribunale ha considerato non ragionevole quanto accaduto e riconsegnato i due bimbi ai genitori naturali. In tutto quel tempo, naturalmente, a seguire i piccoli erano stati gli stessi psicologi e assistenti sociali indagati nell’inchiesta “Angeli e demoni”.