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Maria Antonietta Rositani: torna a respirare la donna bruciata dall'ex

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L'aggressore, dopo aver tentato la fuga, è ora rinchiuso in carcere dove attende il processo.

Torna a respirare Maria Antonietta Rositani, la donna di 42 anni bruciata dal suo ex lo scorso marzo, ora ricoverata da 4 mesi. Prognosi riservata, ma si registrano miglioramenti sulle sue condizioni di salute. L’aggressione, avvenuta a Reggio Calabria, si è verificata per mano di Ciro Russo che – dopo una breve fuga, è ora rinchiuso in carcere dove attende il processo.

Bruciata dall’ex: torna a respirare la vittima

Respira autonomamente. Questo l’ultimo bollettino medico rilasciato dal Policlinico di Bari dove Maria Antonietta Rositani è ormai ricoverata da quattro mesi. La donna, una 42enne di Reggio Calabria, è in prognosi riservata dal 12 marzo, da quando il suo ex ha deciso di bruciarla. L’uomo, Ciro Russo, l’ha sorpresa in strada, seduta nella sua auto, dove le ha gettato del liquido infiammabile prima di darle fuoco. Ora, dalla sala di rianimazione, fanno sapere del leggero miglioramento delle condizioni di salute di Antonietta, tenuta da domenica 21 luglio in coma farmacologico per via di una complicazione.

Familiari e amici vicini

Al momento dell’aggressione era stata Antonietta stessa a chiamare i soccorsi, che aveva spento il suo volto in una pozzanghera: “Pensavo solo ai miei figli”. La 42enne, proprio per via dell’affido di uno dei due figli, era divenuta oggetto di continue aggressioni da parte dell’ex, Ciro Russo, di Napoli, già agli arresti domiciliari a casa dei genitori. A nulla era servita la misura disposta dal giudice, che non ha fermato Russo dal compiere il crimine per il quale tutt’oggi Antonietta continua a rischiare la vita. A seguito di alcuni interventi, il percorso della donna era apparso lento, ma in risalita, fino a qualche recente complicazione. Familiari e amici sono tutt’ora stretti attorno a lei. Tanti i messaggi di sostegno e le immagini dedicate ad Antonietta sui social. Ciro Russo, dopo una breve – ma inutile, fuga, è ora rinchiuso in carcere dove attende il processo.