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Motopesca italiano soccorre 50 migranti, Malta nega il porto sicuro

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Un motopeschereccio bloccato alcune ore nel Mediterraneo dopo aver soccorso 50 migranti. In soccorso non Malta ma la Guardia costiera di Lampedusa.

Dopo alcune ore bloccati in mare, poiché Malta ha negato loro un porto sicuro, i 50 migranti soccorsi dal motopeschereccio di Sciacca Accursio Giarratano sono stati trasbordati su una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa.

“Malta nega porto sicuro”

“Vorremmo poterli consegnare ad una autorità marittima disponibile, sia italiana che maltese. Non torneremo a casa fino a quando non avremo conosciuto la loro sorte. Non li avremmo mai lasciati alla deriva” chiarisce Carlo Giarratano, comandate dell’Accursio Giarratano. Il motopeschereccio di Sciacca, in provincia di Agrigento, nella notte tra il 24 ed il 25 luglio 2019 ha infatti soccorso nel Mediterraneo una cinquantina di migranti a bordo di un gommone, a poche miglia a largo di Malta.

Come purtroppo succede sempre più spesso in quest’ultimo periodo, l’approdo in un porto sicuro è stato più difficile del previsto. La Valletta infatti ha impedito lo sbarco e così per alcune ore l’Accursio Giarratano è rimasto bloccato in mare. All’Ansa, il comandante Carlo ha poi rassicurato di essere stato “informato via radio dalla capitaneria di Porto Empedocle che sarebbero venuti ad aiutarci”. A raggiungere infine il peschereccio è stata infatti una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa, che ha effettuato il trasbordo dei migranti.

“Soccorriamo i migranti in omaggio a mio figlio”

Non è la prima volta che l’Accursio Giarratano trae in salvo profughi alla deriva. Sempre all’Ansa il capitano spiega: “Noi soccorriamo con tutto il cuore i migranti in difficoltà, e lo facciamo anche come omaggio alla memoria di mio figlio morto – e aggiunge. – Come potremmo voltarci dall’altra parte di fronte alle richieste di aiuto che provengono da esseri umani, che possono essere anche bambini, che magari ci guardano con gli occhi di mio figlio? Facciamo solo il nostro dovere, sbracciandoci e aiutando uomini, donne e bambini, perché è giusto così“.