> > Carabiniere ucciso, l'Arma trasferisce agente che bendò l'americano

Carabiniere ucciso, l'Arma trasferisce agente che bendò l'americano

assassino-carabiniere

L'agente responsabile di aver bendato uno degli assassini del carabiniere ucciso è stato immediatamente trasferito dopo la diffusione della foto.

Con un’indagine a tempo di record l’Arma dei Carabinieri ha sanzionato l’agente colpevole di aver bendato uno dei due presunti assassini di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso lo scorso 26 luglio. La fotografia del 18enne Gabriel Christian Natale Hjorth, ritratto in caserma ammanettato e bendato, aveva fatto in breve tempo il giro del web suscitando indignazione trasversale. Resta ora da chiarire chi ha scattato l’immagine incriminata ma soprattutto chi l’ha diffusa sui social network facendo si che finisse su tutti i giornali.

Carabiniere ucciso: trasferito agente

In seguito alla diffusione della fotografia, il comandante provinciale dei carabinieri di Roma Francesco Gargaro aveva riportato le dichiarazioni dell’agente autore del bendaggio. Al Corriere della Sera Gargaro affermò infatti: “Il carabiniere che ha bendato il fermato dice di averlo fatto per evitare che potesse vedere la documentazione che si trovava negli uffici e sui monitor”.

Una giustificazione che però non ha retto, tanto che per il carabiniere responsabile del gesto l’Arma ha disposto una severa sanzione. Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’agente verrà subito trasferito ad un reparto non operativo. In merito alla vicenda della fotografia la procura di Roma è in attesa dell’informativa da parte dei carabinieri per poter partire con le indagini del caso.

La diffusione della fotografia di Gabriel Christian Natale Hjorth potrebbe infatti inficiare le stesse indagini sul caso del carabiniere ucciso. Gli avvocati del 18enne americano, indagato assieme all’amico 19enne Finnegan Lee Elder, potrebbero impostare l’impianto difensivo su una probabile confessione estorta. Utilizzando come prova proprio la fotografia di Hjorth seduto su una sedia della caserma di via Selci a Roma bendato e ammanettato.

Le parole della madre di Federico Aldrovandi

In merito alla vicenda della fotografia si erano espresse nelle ultime ore Ilaria Cucchi e Patrizia Moretti Aldrovandi, rispettivamente sorella e madre di Stafano Cucchi e Federico Aldrovandi. Proprio quest’ultima si chiede come sia possibile che un gesto del genere sia inizialmente passato inosservato: “Legittimo che debba essere interrogato, ma perché una benda? Le modalità delle persone fermate, e purtroppo lo sappiamo perché ci siamo passati, può essere pericolosa e illegale. Spero che non accada mai più. Si tratta di un omicidio e come tale va indagato non perché si tratta di un militare ma perché è una persona”.