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Migranti, crollo di lavoratori stranieri regolari: Italia ultima in UE

braccianti

In Italia meno di 14mila permessi di lavoro. "Una chiusura difficilmente compatibile con uno scenario di crescita economica" si avverte.

Nel 2010 in Italia erano stati concessi 350mila permessi di lavoro. In questi anni una parte della classe politica ha parlato alla pancia degli italiani sollevando l’emergenza migranti ma, nel frattempo, il numero di coloro che lavora nel nostro Paese è letteralmente crollato.

I permessi di lavoro per gli stranieri

In base ai dati della fondazione Leone Moressa nel 2018 sono stati infatti meno di 14mila i permessi concessi, il che rende l’Italia il fanalino di corda in Europa. Persino nei Paesi di Visegrad, come Polonia e Ungheria, gli stranieri che lavorano sono di più.

In totale nella Penisola i permessi di soggiorno rilasciati sono stati 239mila ma la maggior parte sono stati per ricongiungimento familiare o richiedenti asilo. Forse anche colpa della crisi economica, inoltre, dei quasi 14mila permessi di lavoro il 40,5% è costituito lavoratori stagionali mentre appena il 10,6% è dato da lavoratori altamente qualificati.

“Non compatibile con crescita economica”

“Negli ultimi anni l’immigrazione è al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico in realtà oggi in Italia arrivano molti meno immigrati rispetto a 10 anni fa. Gli altri Paesi europei, invece, sono molto più attivi per quanto riguarda gli ingressi per motivi di lavoro. La Polonia ne ha rilasciati quasi 600mila, il Regno Unito 108mila, la Germania 68mila. L’Italia, appunto, meno di 14mila. Rispetto alla popolazione residente, registriamo il tasso più basso di tutta l’UE. Una chiusura difficilmente compatibile con uno scenario di crescita economica” sottolinea quindi lo studio della Moressa nel suo report.