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Carabiniere ucciso, Finnegan Lee Elder: "Ma è morto davvero?"

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"La vicenda presenta ancora aspetti poco chiari. In particolare riguardo loa dinamica dei fatti" dichiara l'avvocato di Finnegan Lee Elder.

“Ma è morto davvero?“. E’ questo quanto avrebbe chiesto da dietro le sbarre ai suoi legali Finnegan Lee Elder, il 19enne americano accusato di aver ucciso con undici coltellate il carabiniere Mario Cerciello Rega, inferte con un’arma in uso ai Marines.

Carabiniere ucciso, dinamica da chiarire

Il giovane appare ancora frastornato per quanto avvenuto a Roma. La madre di Finnegan Lee assicura di credere nella giustizia italiana ma intanto uno degli avvocati, Renato Borzone, spiega: “Abbiamo assunto la difesa da 12 ore e stiamo cercando di ricostruire tutti i passaggi di una vicenda che presenta ancora aspetti poco chiari. In particolare mi riferisco alla dinamica dei fatti, nella fase finale, quella con la colluttazione che non mi risulta sia quella rappresentata dalle fonti investigative”.

“Elder – puntualizza il penalista – è costernato per l’accaduto così come la sua famiglia ha espresso la propria vicinanza a quella del vicebrigadiere Cerciello Rega. Questa difesa ha cominciato a lavorare e chiede rispetto in ordine alla figura di Elder che non ha alcun precedente penale, neppure negli Stati Uniti, e non è affatto un soggetto violento“.

Finnegan Lee, il precedente

In realtà, in base ad alcune indiscrezioni stampa, sembra che quando ancora minorenne Finnegan Lee causò gravi danni cerebrali a un ragazzo, colpito con un pugno. A rivelarlo il San Francisco Chronicle che sottolinea come la vittima finì in ospedale con ferite alla testa “potenzialmente letali”. Il caso arrivò davanti ad un tribunale minorile ma non è chiaro che tipo di provvedimento sia stato preso nei suoi confronti.

La madre del 19enne ha raccontato che il figlio “ha perso un dito e ha la mano sinistra in parte paralizzata. Non è dato sapere se tale incidente sia collegabile al pugno sferrato al compagno di classe nel 2016.