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Strage di Corinaldo, le intercettazioni: "Sono morti in sei...fa male"

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Nelle intercettazioni tra i responsabili della strage di Corinaldo emerge l'indifferenza del gruppo nei confronti delle vittime dei loro crimini.

Emergono nuovi drammatici dettagli in merito alla strage di Corinaldo, per la quale 7 giovani sono stati arrestati sabato 3 agosto. Nelle intercettazioni telefoniche tra i membri della banda emerge infatti un’inquietante tranquillità nel parlare di tutti i loro colpi messi a segno nel corso degli anni. Le frasi più dure sono però quelle pronunciate nei giorni successivi alla strage dell’8 dicembre scorso, nella quale morirono 5 ragazzi tra i 14 e i 16 anni e una donna di 39 anni.

Strage di Corinaldo, le intercettazioni

Nell’ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Ancona sono riportate le conversazioni tra i ragazzi membri della banda, tutti di età compresa tra i 19 e i 22 anni. Nei dialoghi traspare l’indifferenza nei confronti delle vittime dei loro crimini e la spavalderia nell’atteggiarsi a piccoli criminali: “Eh… era quel periodo lì. Queste le usavamo sempre. Era il periodo che…; (…): ‘Gaaasss…’ (…): ‘Era il periodo che… (…): ‘gas, gas, gas’: (…)… ‘andavamo avanti a sgasare. Io le facevo… per riuscire anche a non pagare fra, lo usavamo anche per non pagare. Mamma mia fra ci aveva preso la mano!”. (…) ‘ti ricordi a Firenze, in Toscana, entravi…eri il maestro dello spray'”.

Parlando della strage avvenuta durante il concerto di Sfera Ebbasta il gruppo di giovani non sembra peraltro mostrare particolare rimorso per le vittime: “Siamo andati a una festa fra e son morte 6 persone…se ci pensi fa male (…). E noi potevamo restare lì, o io o (…) o (…). Vecchio, spray, iniziava a tossire fra, la gente che urlava, la gente che iniziava a cadere, io ho saltato tre persone fra, ho passato certe cose fra…”.

Il commento della Procura di Ancona

Come riferito dalla magistrata Monica Garulli, capo della Procura di Ancona, la banda era a tutti gli effetti un’organizzazione a delinquere i cui membri: “Svolgevano prevalentemente lavori saltuari o non lavoravano e avevano un tenore di vita abbastanza alto, dovuto anche alle attività delittuose”. La magistrata spiega inoltre come quasi tutti i ragazzi avessero già altri precedenti penali.

L’ordinanza del Gip ricostruisce anche le dinamiche all’interno della banda, con ex membri costretti a subire ritorsioni anche fisiche per il loro voler uscire dal giro. Nei documenti di legge infatti: “Un uomo era stato costretto con minacce o violenze di vario tipo (calci, pugni, percosse mediante l’utilizzo di mazze da baseball o spegnimento di sigarette sul suo corpo) a fare da autista ad alcuni membri della banda dello spray al peperoncino, accompagnandoli presso diverse discoteche ubicate sul territorio nazionale, in occasione di eventi musicali. Una volta all’interno dei locali costoro commettevano furti con strappo di collane o comunque di oggetti preziosi indossati dagli avventori”.