> > Carabiniere ucciso, la rete di telefonate prima di incontrare i killer

Carabiniere ucciso, la rete di telefonate prima di incontrare i killer

carabiniere ucciso

"Non ho mai detto a mio marito di non andare a lavorare nella notte tra il 25 e il 26 luglio", fa sapere la moglie del carabiniere ucciso

Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, i due americani su cui grava l’accusa di omicidio, passeranno in carcere l’estate. Nel frattempo proseguono le indagini. In particolare, presi in esame i tabulati telefonici e i contatti tra i due ragazzi e Sergio Brugiatelli prima dell’incontro in via Cossa, dove è stato perpetrato l’omicidio. Stando a quanto dichiarato da Andrea Varriale, collega del carabiniere ucciso, una di quelle conversazioni è stata registrata dagli stessi carabinieri.

Intanto Brugiatelli rischia l’accusa di favoreggiamento. Nella notte tra il 25 e il 26 luglio, l’uomo aveva messo in contatto i ragazzi con il pusher che li ha truffati vendendogli aspirina. Sono due nordafricani i presunti responsabili del furto. Indicando l’identità dei due truffatori, avrebbe aiutato i due responsabili del delitto. Così ricorda Il Messaggero.

Carabiniere ucciso, il mistero delle telefonate

Sarebbero due le telefonate di Brugiatelli prese in esame. La prima pare sia stata effettuale dal numero di un amico: i ragazzi chiedono un riscatto di 80/100 euro e un grammo di cocaina. La seconda è stata effettuata alla presenza di Varriale e Cerciello Rega. È proprio questa la conversazione registrata dai militari. Nel corso della chiamata Brugiatelli fissa un appuntamento con i due colpevoli.

Tuttavia, per le difese ci sarebbero altri contatti che non sono emersi nella ricostruzione della procura. A loro detta, infatti, anche i due americani avrebbero contattato Brugiatelli sul cellulare di un suo amico. I legali mirano a far luce su quel presunto scambio di telefonate finora non emerso e che, stando alle loro dichiarazioni, darebbe un contorno differente alla drammatica vicenda. Secondo le informazioni rese note da Il Messaggero, risulta anomalo anche il fatto che i militari non abbiano nutrito alcun sospetto nei confronti Brugiatelli, il mediatore al quale gli americani hanno chiesto come riscatto un grammo di cocaina.

Martedì 6 agosto i Ris effettueranno un sopralluogo nella stanza 109 dell’hotel Le Merdidian, dove sono stati arrestati i ragazzi colpevoli di aver ucciso il carabiniere. È probabile che i legali scelgano di rinviare a settembre la presentazione dell’istanza al Tribunale del Riesame. Francesco Petrelli e Fabio Alonzi, difensori di Natale, stanno ancora valutando la suddetta decisone. Mentre i legali di Lee Elder, Renato Borzone e Roberto Capra, non hanno ancora presentato l’istanza. I due avranno tempo fino alla data del sopralluogo.

Nuovi dettagli sull’omicidio

Dalle indagini, inoltre, continuano a emergere dettagli agghiaccianti. Secondo la ricostruzione dei pm, Elder Lee prima di uscire dall’hotel e andare all’appuntamento aveva nascosto il coltello nella tasca anteriore della felpa.

Rosa Maria Esilio, moglie del vicebrigadiere ucciso, esprime il suo immenso dolore. “Non risponde al vero che io abbia mai detto a mio marito di non andare a lavorare o di restare in ufficio nella notte tra il 25 e il 26 luglio perché il memoriale di servizio, come sempre, era arrivato 24 ore prima del turno”. Così l’avvocato della donna, Massimo Ferrandino, riferisce le parole della vedova. Il legale ha smentito la versione secondo la quale la donna avrebbe chiesto al marito di restare a casa, proprio nella serata in cui i due americani lo hanno assassinato. “Sapevo che quella notte avrebbe lavorato da mezzanotte alle 6. Non mi sarei mai permessa di interessarmi del lavoro che mio marito svolgeva quotidianamente”, fa sapere la donna.