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Open Arms, arrivo a Lampedusa entro l'alba: nave scortata dalla Marina

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Diretta verso il porto di Lampedusa, la nave Open Arms arriverà a destinazione entro l'alba del 15 agosto scortata da due mezzi della Marina Militare.

Sembra essere giunta ad un epilogo l’odissea della nave Open Arms. L’arrivo al porto di Lampedusa è stato infatti previsto entro l’alba del 15 agosto, dopo 13 giorni passati al largo delle coste italiane con 147 migranti a bordo. Open Arms sta al momento raggiungendo Lampedusa alla velocità di appena 3 nodi, scortata da due navi della Marina Militare come ordinato dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta.

Open Arms, a Lampedusa entro l’alba

La scelta di Open Arms di dirigersi verso il porto di Lampedusa arriva dopo la decisione del Tar del Lazio di sospendere il divieto d’ingresso nelle acque italiane. Una mossa che accoglie il ricorso presentato dall’Ong e annulla di fatto le disposizioni del Decreto Sicurezza bis fortemente voluto da Matteo Salvini.

La nave è attualmente scortata nel suo viaggio da due imbarcazioni della Marina Militare, pronte in ogni momento ad effettuare il trasbordo dei 32 minori presenti a bordo della Open Arms. Stando a fonti del ministero della Difesa infatti, la ministra Elisabetta Trenta avrebbe telefonato al Tribunale dei minori di Palermo al fine di accertarsi delle condizioni di questi ultimi sulla nave. A quel punto, la Trenta ha in seguito dato mandato ad Enzo Vecciarelli, capo di Stato Maggiore della Difesa, di intervenire in soccorso di Open Arms utilizzando le navi della Marina.

L’ordine di mettere in sicurezza i minori a bordo della Open Arms è giunto peraltro direttamente dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Proprio nella mattinata del 14 agosto, Conte ha infatti inviato una lettera ai ministri Salvini, Trenta e Toninelli, nella quale ha richiamato le norme che impongono di dare assistenza alle persone in difficoltà.

Le condizioni dei migranti a bordo

Open Arms riporta inoltre sulla propria pagina Facebook il rapporto effettuato dai medici di Emergency saliti a bordo della nave per visitare i migranti. Il personale sanitario ha riscontrato evidenti segni di stress fisico e mentale – causati dalla lunga permanenza in mare – che hanno portato molti dei migranti a considerare l’ipotesi di togliersi la vita: “I pazienti incontrati, presentano evidenti condizioni di disagio della sfera cognitiva, emotiva e comportamentale. Per alcuni pazienti, l’esperienza acuta di frustrazione e di dolore ha fatto emergere ideazioni suicidarie: la mancanza di speranza per il futuro può essere accompagnata da una tendenza a vedere il suicidio come una possibile via di fuga dalle sofferenze provate”.