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Fratelli annegati nel lago d'Iseo, le parole del ragazzo sopravvissuto

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Due fratelli di origine pakistana sono morti annegati nel lago d'Iseo sorpresi dal fondale profondo: Un terzo fratello è riuscito invece a salvarsi.

Tragedia in provincia di Bergamo, dove nella giornata del 17 agosto due fratelli sono morti annegati sulle rive del lago d’Iseo mentre un terzo fratello è invece riuscito a salvarsi dalle acque. I tre fratelli Muhammad – Waqas di 16 anni, Hassan di 17 e Awais di 19 – avevano deciso di fare un bagno al lago per festeggiare l’arrivo in Italia di Hassan, giunto dal natìo Pakistan appena tre giorni prima. I ragazzi non sapevano nuotare e sono stati colti alla sprovvista da un punto del fondale molto profondo.

Fratelli annegati nel lago d’Iseo

Poco dopo essersi scattati un selfie per ricordo, i tre fratelli sono finiti in un punto dove il fondale era molto profondo e, non sapendo nuotare, si sono lasciati prendere dal panico. A quel punto, dalla riva è stato lanciato un salvagente ma solo Awais è riuscito ad aggrapparvicisi. Hassan e Waqas sono invece finiti sott’acqua per parecchi minuti, fino a quando non sono stati tirati su e portati a riva in condizioni disperate.

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Malgrado la corsa in ospedale – Hassan portato in elisoccorso al Papa Giovanni di Bergamo mentre Waqas agli Spedali Riuniti di Brescia – per i due fratelli non c’è stato nulla da fare. I ragazzi avevano passato troppo tempo sott’acqua e le loro condizioni fisiche erano ormai irrimediabilmente compromesse.

Le parole del fratello sopravvissuto

Intervistato dal Corriere della Sera, il 19enne Awais racconta quegli attimi di terrore: “Ho provato a raggiungerli, li vedevo sbattere con le mani. Mi sono messo a urlare, ma all’inizio tutti guardavano e nessuno si muoveva. Poi, mi hanno lanciato il salvagente e mi sono aggrappato. Qualcuno si è tuffato, ma i miei fratelli erano andati giù“.

All’Eco di Bergamo il giovane ha inoltre affermato di sentire ancora le grida di aiuto dei fratelli, come se stesse rivivendo in continuazione quegli attimi: “Li sento e li risento: mi chiedono aiuto. Stringevo le mani di entrambi, ma stavo finendo sott’acqua anche io. Sono spariti e non li ho più visti”.