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Nadia Toffa, l'eredità lasciata a parenti e fan: "Combattere sempre"

Nadia Toffa

"Il tumore è il mio dolore e io me lo devo portare, è il mio fardello", ripeteva la Toffa, che con la sua umanità ci lascia un importante testamento

La prematura scomparsa di Nadia Toffa ha raccolto l’Italia intera in un immenso dolore. Familiari, amici e fan della conduttrice de Le Iene hanno condiviso un grande amore nei suoi confronti e ora sono stati feriti nel profondo. Il vuoto che ha lasciato resta incolmabile, ma è eterna la vera eredità che è stata capace di lasciare a ciascuno di noi.

Nadia Toffa, la sua vera eredità

Nemmeno la morte farà dimenticare la bellezza di Nadia Toffa. Emanava luce, solarità, gioia, allegria. Così forte e determinata nella sua umana fragilità. A lungo ha combattuto contro un male che ora l’ha portata via per sempre dalle braccia dei suoi cari. Non hai mai mollato, la sua grinta era un inno alla vita. Con i suoi gesti e con le sue parole, con la sua caparbietà e la sua voglia di fare, è stata un esempio per tanti e un aiuto fondamentale per moltissime persone, che di Nadia avranno sempre un meraviglioso ricordo.

Ha usato i social per sfogare le sue paure, per raccontare le sue giornate, per aiutare il prossimo e far capire ai suoi numerosissimi fan qual è il bello della vita. E il suo sorriso è sempre stata la sua costante. La Toffa ha amato la vita fino all’ultimo respiro. “Combattere sempre”, una frase che era solita ripetere, è forse il suo più importante testamento. Un insegnamento prezioso di cui fare tesoro, soprattutto nei momenti di maggior difficoltà e sconforto.

La sua speciale fragilità la spingeva a trattenere le lacrime e tirar fuori il suo coraggio. Sapeva che la malattia era a uno stadio avanzato, ma non hai mai perso la speranza né la voglia di vivere. In molti, senza neppure conoscerla, si sono affezionati a lei e l’hanno sempre ammirata. A noi lascia il suo testamento di umanità.

Spesso la Iena parlava di Dio e della sua fede: “Il Signore non è crudele. Non ci vuole vedere soffrire. Io ci credo in Dio”. E allora perché quel brutto cancro ha dovuto uccidere proprio la Toffa? “E perché non a me? Io non augurerei a nessuno una malattia così”, era solita rispondere confidando le fatiche e la stanchezza a cui doveva far fronte. Non ha mai perso la sua generosità, la sua bontà, la sua immensa umanità. L’amore per coloro che hanno più bisogno, la sua solidarietà. A Silvia Toffanin, da cui era stata intervistata, aveva detto: “È pieno di bambini che muoiono al primo giorno di vita. Questo è il mio dolore e io me lo devo portare, è il mio fardello”. Quindi più volte ha ribadito: “Il signore non è cattivo, ci mette davanti delle sfide che possiamo affrontare. Questa è la mia sfida”.