Dopo 19 giorni, il 21 agosto gli ultimi 83 migranti fermi sulla nave della Open Arms sono sbarcati a Lampedusa. Nove naufraghi, tra cui tre donne, erano già scesi dalla nave per motivi di salute. Due di loro sono stati portati nell’ospedale dell’isola siciliana per fare degli accertamenti, mentre gli altri sette sono giunti con un pulmino nell’hotspot.
Il ricovero a Lampedusa
Nella notte tra il 19 e il 20 agosto nove naufraghi, tra cui tre donne, una delle quali ha deciso di accompagnare il marito, erano sbarcati per motivi di salute dalla Open Arms. Per due di loro è stato predisposto il ricovero a Lampedusa al fine di effettuare tutti gli accertamenti necessari. Si tratta di un uomo con un aritmia cardiaca e una donna con un deficit visivo. Gli altri sette sono stati trasportati con un pulmino nell’hotspot. Uno di loro ha la scabbia, per cui sono programmate le cure nel centro di Contrada Imbriacola, mentre gli altri sei hanno avvertito sintomi di depressione e problemi psicologici.
Lo sbarco dei rimasti
Grazie all’ordine di sequestro della Procura e l’ordine di evacuazione, i profughi il 21 agosto sono finalmente sbarcati a Lampedusa, dopo 19 giorni di agonia. Anche coloro che sono rimasti a bordo della nave fino all’ultimo, più in salute di quelli già sbarcati, avranno bisogno di cure. Il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello aveva avvertito riguardo alla drammatica situazione: “Ci sono persone totalmente assenti, chissà quali torture o porcherie hanno dovuto subire mentre erano prigionieri in Libia. E noi li facciamo ancora stare sulla nave. Non capisco. Venti giorni su una barca in quello stato psicofisico…Oggi la riposta è che si stanno gettando a mare per la disperazione“