> > Delitto Cogne, Anna Maria Franzoni: "La sua testa emanava calore"

Delitto Cogne, Anna Maria Franzoni: "La sua testa emanava calore"

delitto di cogne

"Da un lato sono contenta, dall'altro vorrei trovare la maniera di far capire alla gente che non sono stata io" aveva dichiarato.

Emergono nuovi dettagli sul delitto di Cogne: Anna Maria Franzoni, la donna condannata per aver ucciso il piccolo Samuele è uscita dal carcere. La maestra di Samuele, Serena Pandolfini, ha raccontato che il bimbo “era molto vivace ed era necessaria una continua attenzione”. un altra mamma, invece, ha rivelato le eccessive preoccupazioni di Anna Maria nei confronti si Samuele: “Era continuamente preoccupata per il calore che emanava la testa del figlio e che continuamente gli misurava la febbre col termometro”. Infine, la descrizione di Anna Maria riferiva questo: Samuele “era un mammone. Se faceva un disegno me lo portava, nei suoi pensieri c’ero io. Era furbo, si faceva sempre coccolare da tutti, era più impulsivo del fratello”.

Delitto Cogne, dichiarazioni shock

L’insegnante ritenuta responsabile del delitto di Cogne ha fatto rilasciato una descrizione shock del piccolo Samuele. Secondo quanto ha riferito, infatti, il bimbo era fragile e aveva bisogno di continue attenzioni. Inoltre, Anna Maria “diceva che aveva la testa grossa e sembrava un nanetto”, come ha ricordato Paola Croci. Un altro testimone, invece, ha riferito che la donna continuava a misurare la temperatura a Samuele. “La testa emanava molto calore” diceva. Anna Maria ha da sempre lamentato una crescita particolare del piccolo Samuele e per questo effettuava controlli periodici presso l’ospedale. “Un difetto dello sviluppo fisiologico normale” era quanto emerso dalle analisi del bambino.

La ricostruzione

Anna Maria Franzoni ha ucciso il figlio Samuele, di appena tre anni, il 30 gennaio 2002. La testa del piccolo era stata fracassata da 17 colpi di un’arma che non è mai stata ritrovata. In seguito la madre era stata arrestata (14 marzo 2002) condannata a 16 anni di carcere: poi è tornata libera. Si è sempre dichiarata innocente di fronte al Tribunale e ai giudici. “Da un lato sono contenta, dall’altro vorrei trovare la maniera di far capire alla gente che non sono stata io” aveva riferito. Ci sono voluti anni per ricostruire il delitto e far combaciare tutti i rilievi. Ancora oggi non è chiaro come sia morto realmente Samuele.