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Milano, donna uccisa in casa: quattro giorni prima attivò codice rosso

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La vittima era stata spinta dagli inquirenti a trovare un'altra sistemazione per la sua incolumità, poi l'allarme della figlia.

Milano, nuovi dettagli sull’omicidio di Adriana Signorelli: la donna di 59 anni uccisa a coltellate nel suo appartamento aveva denunciato il marito appena tre giorni prima della morte. Scattata la procedura “codice rosso“, con la donna che avrebbe dovuto trasferirsi dalla figlia. L’allarme della procura: “30 episodi al giorno, impossibile gestirli tutti“.

Donna uccisa in casa

Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Adriana Signorelli, la donna di 59 anni uccisa a coltellate nel suo appartamento a Milano. La vittima aveva infatti denunciato il marito, Aurelio Galluccio di 65 anni, per maltrattamenti in famiglia, facendo così scattare la procedura del “codice rosso“: una denuncia partita la notte del 27 agosto, che aveva visto gli inquirenti consigliarle di trovare un’altra sistemazione per la sua incolumità. La Signorelli aveva raccontato agli investigatori quanto subito in casa, assicurandoli che si sarebbe trasferita per qualche giorno a casa della figlia, ma così non è stato. Una decisione rivelatasi fatale per la donna. Il cadavere di Adriana è stato infatti ritrovato in una pozza di sangue nella notte tra sabato 31 agosto e domenica 1 settembre, nel suo appartamento nel quartiere Chiesa Rossa nella periferia Sud di Milano, a seguito di un allarme lanciato dalla figlia. L’arresto immediato del marito per aver tentato di investire alcuni agenti della polizia prima, e il provvedimento di fermo per l’omicidio della ex moglie poi.

Troppi allarmi

Il procuratore di Milano, Francesco Greco, ha illustrato le problematiche relative alla nuova legge “codice rosso“, entrata in vigore lo scorso 9 agosto: “Nel 2018 nel solo territorio milanese ci sono stati 5.935 procedimenti per reati da codice rosso. Nello specifico, 2121 per casi di maltrattamenti, 1151 per stalking, 574 per violenza sessuale e 34 per violenza su minori”, numeri che sono raddoppiati dall’introduzione della nuova riforma. Se nel 2018 si contavano, in media, 15 casi di violenze al giorno, ora si è saliti a 30. “Nessuno vuole contestare il codice rosso, dico che sta diventando un problema a livello pratico, il problema è come gestirlo”, ha continuato Greco, sottolineando come l’elevato numero giornaliero di casi segnalati “impedisce di concentrarci sui casi più gravi” poiché ora, per legge, tutti i casi devono essere trattati come urgenti. Denunce anche da parte del procuratore aggiunto Letizia Mannella, che ha evidenziato come la carenza di personale amministrativo e cancellieri della Procura crei diversi problemi di gestione.