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Rivolta al Cpr di Torino, il poliziotto: "Basta parlare d'accoglienza"

rivolta al cpr di torino

"Per un po’ non voglio sentire parlare di integrazione ed accoglienza..." scrive su Facebook il poliziotto presente alla rivolta al Cpr di Torino.

“Un ispettore di Polizia è stato ferito nel Cpr di Torino durante una rivolta con tanto di sassaiola: un marocchino con precedenti per resistenza e violenza a pubblico ufficiale gli ha rotto due falangi. Trenta giorni di prognosi” fa sapere Matteo Salvini in merito a quanto accaduto tra il 31 agosto ed il 1 settembre 2019. L’agente si sfoga su Facebook.

Il poliziotto: “Basta accoglienza”

“L’immigrato è finito subito in carcere. Sono in corso ulteriori accertamenti. – aggiunge il ministro dell’Interno – Solidarietà al poliziotto e a tutte le Forze dell’Ordine. Sono orgoglioso di aver inasprito le pene per chi attacca le donne e gli uomini in divisa e per aver fermato l’immigrazione clandestina“. “Se il PD vuole riportarci indietro e ha nostalgia del business dell’invasione, – conclude il leader della Lega – lo dica chiaramente agli italiani!”.

Sulla rivolta al Cpr di Torino interviene però direttamente anche il poliziotto ferito che, su Facebook, denuncerebbe (come si legge su molti media): “Per un po’ non voglio sentire parlare di comprensione, integrazione ed accoglienza questo è il bilancio personale di una notte di guerriglia passata al Cpr di Torino, 30 giorni di prognosi, una bella frattura scomposta di due falangi con prospettazione di intervento chirurgico – aggiungendo – E mentre i’ signori’ della politica fanno il gioco delle poltrone, facendo a gara a chi di loro si rivela essere il più capriccioso, in questi Centri di Permanenza e Rimpatrio ad ogni turno si sfiora la tragedia e prima o poi, credetemi, qualcuno si farà male sul serio”.

Rivolta al Cpr di Torino

Il poliziotto sottolinea quindi che a suo “modesto parere” questi “Centri hanno utilità pari a zero perché si lavora in un contesto di pseudo detenzione dove l’Autorità pre-costituita viene continuamente messa in discussione, dove le nostre funzioni vengono derise, prese in giro e prese a sputi (e nel caso di specie non è una metafora), dove il controllo dell’ordine pubblico è diventato una chimera impostato essenzialmente sull’opera di mediazione dei singoli ispettori impiegati di turno a rotazione, ma tutto ciò non può quasi mai trovare riscontro quando la controparte con la quale ti confronti è rappresentata da extracomunitari provocatori pluripregiudicati che aspettano mesi per essere rimpatriati, e nemmeno sempre”.

Poi conclude: “Questi luoghi sono polveriere sempre pronte ad esplodere per effetto di un singolo che aizza il resto della feccia, così com’è capitato stanotte, ma nessuno dei nostri politici pare averne contezza, invece di venire sempre a controllare quali sono le loro condizioni di vivibilità, provate a verificare in quali condizioni lavoriamo tutti ‘Noi’ che abbiamo giurato fedeltà alla Repubblica…!!! Scusate lo sfogo, ma stavolta ne ho proprio pieni i cog***!”.