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Omicidio Piacenza, Massimo Sebastiani: "Così ho ucciso Elisa"

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Omicidio Piacenza, emergono nuovi elementi nella ricostruzione degli ultimi istanti di vita di Elisa.

Continuano le indagini in merito alla morte di Elisa Pomarelli e se il quadro sta via via apprendo sempre più chiaro è grazie alla cattura del colpevole per la sua morte: Massimo Sebastiani. I due sembravano fuggiti insieme, ma successivamente gli inquirenti hanno capito che non poteva trattarsi di una banale fuga e hanno avviato le indagini per omicidio che hanno portato alla cattura del 45enne e al conseguente ritrovamento del cadavere occultato dall’uomo. Ora gli inquirenti stanno ascoltando Sebastiani nel tentativo di fare chiarezza sui punti ancora oscuri della vicenda.

Omicidio Piacenza, la ricostruzione

Come riporta Il Piacenza, era il 24 agosto quando Elisa Pomarelli è uscita di casa per andare ad una festa con le amiche. Il giorno successivo aveva un appuntamento con Sebastiani che le manda il buongiorno e le ricorda che alle 12.30 sarebbe passato a prenderla. L’uomo si reca poi al bar a Castellarquato dove racconta di voler andare al mare con la fidanzata, la quale però ha rifiutato l’invito. Verso le 12.30 passa a casa di Elisa e la porta a pranzo. In questo frangente i due sono ripresi da alcune telecamere: Elisa ha il braccio fuori dal finestrino ed è riconoscibile da un braccialetto. Tra le 13 e le 14 pranzano, poi si allontanano e di Elisa non si saprà più nulla. I due infatti sono ripresi mentre entrano nel pollaio e poco dopo Sebastiani esce con il cadavere della giovane in spalla. A quel punto prende la sua auto e viene ripreso in diverse zone dalle telecamere, tra cui quelle del distributore di benzina presso il quale fa rifornimento. A quel punto si reca a casa di Silvio Perazzi per poi abbandonare il corpo di Elisa nel bosco. Prima di sera Sebastiani tenta un disperato depistaggio inviando due messaggi al telefono di Elisa, che risulta però spento già da molto prima, presumibilmente da quando l’uomo lo ha gettato via.

La fuga e l’arresto

Sebastiani quella sera cena con un’amica alla quale racconta di non aver visto Elisa quel giorno e poi torna nel bosco. La prima notte la passa in un capanno, mentre la seconda accanto al corpo di Elisa tenendole la mano. Le notti successive le avrebbe passate tra i campi e i boschi, per poi andare successivamente a casa di Perazzi a cui lascia una lettera. Nel frattempo Sebastiani ha capito che le cose non si stanno mettendo bene e decide di seppellire Elisa prima di tornare, ormai allo stremo, a casa di Perazzi, il quale chiama i carabinieri che effettuano l’arresto. Nel corso degli interrogatori Sebastiani ha più volte ribadito l’esistenza di una busta che Elisa gli avrebbe mostrato dicendo: “Se va in porto quella cosa non c’è nemmeno più la necessità di vederci così spesso per fare questi lavoretti“. Non è chiaro a cosa la Pomarelli facesse riferimento, ma quelle parole hanno fatto perdere la testa a Sebastiani che l’ha presa per il collo per poi strozzarla.