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Strage di Erba, caso riaperto: la Cassazione invia gli atti alla Procura

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La Cassazione ha accolto la richiesta di accertamenti avanzata dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi.

Dopo più di dieci anni da quella sera dell’11 dicembre 2006 in cui quattro persone hanno perso la vita in un appartamento in provincia di Como, è stato riaperto il caso della strage di Erba. La Cassazione ha inviato gli atti alla Procura, su richiesta dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all’ergastolo. La riapertura è motivata da un vizio di forma.

Strage di Erba, caso riaperto

La richiesta di riapertura del caso era già stata avanzata dagli avvocati di Olindo Romano e Rosa Bazzi negli scorsi mesi. Ad aprile, la Corte aveva respinto una prima istanza di accesso ai server delle intercettazioni e alle analisi eseguite sul Motorola e sui reperti biologici. La sentenza era stata però emessa de plano, ovvero senza che avvenisse un contraddittorio tra le parti. A pochi mesi di distanza, la Cassazione ha accolto la richiesta e ha trasmesso l’ordine di nuovi accertamenti alla Corte di Assise di Como, che dovrà convocare le difese e rivalutare le istanze presentate. “Nel nostro ricorso avevano chiesto che si tornasse davanti ai giudici di Como perché la loro precedente decisione era stata presa senza contraddittorio delle parti”, spiega l’avvocato Fabio Schembri. “Ora sarà fissata un’udienza che noi potremo chiedere sia anche pubblica“.

La strage e il processo

Era la sera dell’11 dicembre 2006 quando le squadre dei Vigili del Fuoco sono intervenuti in un appartamento di Erba, in provincia di Como, per domare un incendio in corso. Nell’abitazione, hanno però rinvenuto i corpi di quattro persone, tra cui anche quello di Youssef Marzouk, un bambino di soli due anni. Le altre vittime sono la madre del piccolo, Raffaella Castagna (30 anni), Paola Galli (60 anni, madre di Raffaella) e Valeria Cherubini (55 anni). La testimonianza dell’unico superstite, Mario Frigerio, sarà poi determinante per la condanna di Olindo Romano e Rosa Bazzi.

Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre del piccolo Youssef, ha più volte chiesto la revisione del processo e la riapertura del caso. L’uomo si è apertamente schierato a difesa dei coniugi Romano e Bazzi.