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Roma, violenta e rapina prostitute: arrestato un 42enne italiano

violenta e rapina prostitute:

Una prostituta decide di denunciare il suo aggressore che viene così arrestato. Si scopre così che è uno stupratore seriale attivo dal 2016.

Rintracciato e arrestato uno stupratore seriale di prostitute, arrivo almeno dal 2016. L’uomo, italiano, era infatti solito utilizzare lo stesso modus operandi per adescare, abusare ed infine rapinare le sue vittime, principalmente di origine romena.

Lo stupratore seriale

Il 42enne era solito aggirarsi con la sua auto per le strade della Capitale fino a quando non sceglieva la sua vittima. Una volta che la donna era salita a bordo, l’uomo la portava a diversi chilometri di distanza dal luogo dove l’aveva abbordata e poi la costringeva ad avere rapporti sessuali non protetti. Infine, dopo aver rapinato la prostituta di tutti i guadagni della serata, la abbandonava sul ciglio della carreggiata.

L’indagine è scattata quando una pattuglia di carabinieri ha trovato una donna in stato di shock su una via a pochi passi dal comune di Campagnano di Roma. Portata presso l’ospedale San Filippo Neri, viene attivato il protocollo rosa che permette di prelevare le tracce biologiche lasciate dal violentatore.

Si scopre così che anche un’amica della prostituta aveva subito la stessa sorte. Una delle due però è riuscita a scattare delle foto sia all’aggressore che alla sua auto. Comincia così la caccia all’uomo fino a quanto non viene individuato mentre è in giro per le strade di Roma.

Un caso del 2016

A seguito di ulteriori accertamenti, viene poi scoperto che il DNA del 42enne trovato addosso alla prostituta che ha avuto il coraggio di denunciare corrispondeva anche a quello prelevato su un’altra vittima di stupro. Il caso, finora rimasto irrisolto, risale però al 2016 quando una prostituta venne aggredita nel comune di Monterosi, in provincia di Viterbo.

Gli inquirenti temono quindi che ci possano essere altre donne vittime dello stesso uomo, arrestato per violenza sessuale e rapina. La Procura di Tivoli che ha coordinato l’inchiesta si augura quindi che “l’esempio costituito dalle donne che hanno denunciato venga seguito da altre che hanno subìto analoghe violenze”.